22 Garanti territoriali scrivono a Meloni e Tajani: “L’Italia si attivi per Ilaria Salis, detenuta in Ungheria”

“Celle malsane, infestate da topi e parassiti, difficoltà nei contatti con i familiari, carenze igieniche e di cibo”
Milano, maggio 2002 - Casa di reclusione di Opera - Silhouette di detenuta (Foto di Francesco Cocco/Contrasto)

“Ci siamo interrogati davanti alle notizie che riguardano la situazione di una nostra concittadina, Ilaria Salis, reclusa in un carcere ungherese. Le notizie giunte dagli organi di stampa, dai suoi legali e dalla sua famiglia sono preoccupanti: celle malsane ed infestate da topi e parassiti, difficoltà ed impedimenti nei contatti con i familiari, carenze igieniche e di cibo”. Così la lettera- appello sottoscritta da 22 Garanti territoriali delle persone private della libertà personale rivolta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a favore della cittadina italiana Ilaria Salis, da febbraio rinchiusa nel penitenziario di Budapest.

Milanese, 39 anni, maestra alle elementari, secondo quanto riportato nel quotidiano La Repubblica di sabato 16 dicembre, Ilaria Salis sarebbe stata accusata di aver aggredito due neonazisti durante una commemorazione a Budapest, lo scorso 11 febbraio.  Di qui la lettera-appello sottoscritta, tra gli altri, da Stefano Anastasìa, Garante del Lazio, e Samuele Ciambriello, Garante della Campania nonché Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali e Garante della Campania, Doriano Saracino, Garante della Regione Liguriae Francesco Maisto, Garante delle persone detenute del Comune di Milano.

“Non saremo noi ad entrare nel merito del reato contestato ad Ilaria Salis – prosegue la lettera- appello – , a questo penseranno i suoi legali. Quanto chiediamo è di attivare la nostra rete diplomatico-consolare per fornire assistenza alla detenuta e curare i contatti con la sua famiglia. Vi domandiamo inoltre di utilizzare i vostri buoni uffici con il Governo magiaro perché sia garantito un giusto processo ad Ilaria Salis e per favorire il trasferimento in Italia in base alla Convenzione di Strasburgo, qualora si arrivasse ad una condanna della nostra concittadina.

“In ultimo – concludono i Garanti -, le chiediamo di voler ascoltare la famiglia di Ilaria Salis, la sofferenza che esprime per la figlia reclusa in difficili condizioni ma anche la fiducia con cui si rivolge alle autorità italiane perché si adoperino a trovare una risposta che sia rispettosa al contempo delle competenze nazionali e dei diritti individuali”.

APPELLO DEI GARANTI PER ILARIA SALIS