Oltre l’emergenza … I MARTEDÌ per la SALUTE i webinar CGIL sul welfare sociosanitario dalle ore 16 alle ore 18 SALUTE E CARCERE 28 luglio ore 16
Intervengono: Daniela Ronco (sociologa del diritto – Università di Torino) Patrizio Gonnella (Presidente Antigone) Sofia Ciuffoletti (ricercatrice centro interuniversitario ADIR – Università di Firenze) Stefano Anastasia (Garante delle persone private della libertà Lazio e Umbria) Sandro Libianchi (presidente Coordinamento nazionale Operatori per la Salute nelle Carceri Italiane – Co.N.O.S.C.I. -) conclude Rossana Dettori (segretaria confederale CGIL nazionale) coordina: Denise Amerini (Area welfare Cgil nazionale)
Per partecipare al webinar 28.7.2020 ore 16 “SALUTE E CARCERE” accesso consentito dalle ore 15,00 – da computer, tablet o smartphone https://www.gotomeet.me/CgilNazionale/saluteecarcere
Codice accesso: 876-714-597 Puoi accedere anche tramite telefono. Italia: +39 0 230 57 81 80
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Nel documento CGIL “Dall’emergenza al nuovo modello di sviluppo” abbiamo dichiarato che Protezione, Inclusione Sociale e Welfare sono fattori strategici per il rilancio del nostro Paese. Questa dichiarazione va declinata e sviluppata, con riflessioni e proposte, che devono essere all’altezza della sfida enorme che dobbiamo affrontare, durante e oltre la pandemia. Non si tratta di un operazione astratta, bisogna trasformare le proposte in rivendicazioni della nostra contrattazione sociale e nel lavoro e generare una grande mobilitazione, del sindacato e delle forze della società civile che vogliono cambiare, e costruire davvero un nuovo modello di sviluppo e di convivenza sociale. Per rilanciare il Paese occorre investire per dare forza al Servizio Sanitario Nazionale e a nuove politiche Sociali. Il ciclo di webinar CGIL sul welfare socio sanitario “Oltre l’emergenza … i martedì per la salute” è finalizzato a sostenere questo impegno. 28 luglio 2020 – Webinar CGIL: “SALUTE E CARCERE” L’emergenza Covid ci ha posto di fronte, insieme ai molti temi legati alla tutela della salute, soprattutto delle persone più fragili, un tema rimosso, o affrontato troppo spesso con toni rivendicativi e giustizialisti: quello della garanzia e della tutela della salute in carcere. Fin dall’inizio della pandemia, è risultato evidente, per esempio, come fosse difficile garantire le necessarie misure di prevenzione in carcere, a partire dal distanziamento, a fronte di un sovraffollamento cronico. E sono emersi chiaramente i numeri relativi alle persone ristrette con gravi problemi di salute, che avevano, per questo motivo, bisogno di misure particolari di prevenzione. All’inizio della pandemia si registrava un sovraffollamento pari al 130,4%, con punte in alcune carceri che superano il 150%. Con il decreto “Cura Italia” le presenze in carcere calano, fino al levarsi di numerose rimostranze, strumentali, basate su una informazione parziale, quando non chiaramente distorta, a fronte di provvedimenti che concedevano la detenzione domiciliare, per un periodo limitato, a persone a forte rischio di salute. Oggi i dati hanno ripreso a salire. In molte carceri le celle hanno dimensioni insufficienti, in 25 addirittura inferiori a 3 mq. Nel 50% delle celle manca la doccia, laddove presente non sempre ha l’acqua calda, e in alcuni istituti il wc non è in alcun modo separato dalla cella. La popolazione carceraria ha una età sempre più avanzata, un terzo dei detenuti è in attesa di giudizio. In carcere, i suicidi hanno una incidenza decisamente superiore che all’esterno (8,7 su mille a fronte di 0,65), e sono molto frequenti gli episodi di autolesionismo. Inoltre, causa la vigente legislazione sulle droghe, un terzo dei detenuti ha violato la legge sugli stupefacenti, e i detenuti tossicodipendenti rappresentano un quarto della popolazione carceraria. La Costituzione afferma che la pena deve avere sempre carattere rieducativo, mai afflittivo, che non può mai consistere in trattamenti contrari alla dignità umana o degradanti, e che la salute è un diritto fondamentale in capo a tutti gli individui, non facendo differenze fra persone libere e private della libertà. Allora, l’emergenza covid deve essere una occasione per ripensare anche a come viene garantita la salute alle persone ristrette, parimenti a quanto avviene fuori dal carcere, ed a come si garantisce anche per loro il rispetto dei diritti fondamentali, non solo l’accesso alle cure in caso di malattia, ma la prevenzione delle malattie, a partire dalla necessità di avere luoghi salubri e non sovraffollati in cui scontare la pena. Se è vero che la civiltà di un paese si misura osservando le sue carceri, abbiamo bisogno davvero di un profondo cambiamento per quanto riguarda le condizioni di vita delle persone ristrette, troppo spesso lontane da garantire dignità e salute, come anche sentenze della corte europea ci hanno sottolineato. Come ci dice l’OMS, salute non è soltanto assenza di malattia, ed è pertanto necessario agire su tutti i determinanti di salute, se davvero vogliamo che non ci siano luoghi dove i diritti costituzionali hanno una declinazione soltanto parziale.
IN ALLEGATO LA LOCANDINA DELL’EVENTO