Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria diffusi dal ministero della Giustizia alla fine del mese di aprile, il numero di detenuti presenti negli istituti penitenziari del Lazio è pari a 6.079. Dall’inizio di quest’anno il numero detenuti è cresciuto di 146 unità che corrisponde a un incremento del 2,5%.
Il tasso di affollamento sulla capienza regolamentare dichiarata dal ministero è del 116,4% in regione, ma sale al 127,8% se viene calcolato sul numero effettivo di posti disponibili.
A livello nazionale, sempre rispetto all’inizio dell’anno, l’incremento è stato pari a 478 unità e in percentuale dello 0,9%; il tasso di affollamento ha raggiunto il 111%.
Si tratta di numeri significativamente e costantemente in crescita che confermano il ritorno ad una cosiddetta “normalità” precedente alla diffusione del Covid-19 e alle relative misure di contenimento dei contagi. Ancora e come costantemente si verifica nella storia penitenziaria del nostro paese, si chiudono quei pochi spiragli di miglioramento che, talvolta, a causa di fattori esterni ed estemporanei, si presentano nel panorama e nelle dinamiche carcerarie.
Dobbiamo ricordare infatti che, in questo ultimo decennio, soltanto in occasione di una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo e di una conseguente diretta sollecitazione del Presidente della Repubblica nel 2013 e, successivamente, di fronte ai rischi sanitari determinati dalla diffusione del Covid-19, sono state prese iniziative concrete che hanno dato avvio a brevi stagioni di decongestionamento e di riduzione dei tassi di affollamento carcerario nel nostro paese.
Di fronte a questa deriva vanno anche considerati i dati drammatici su suicidi ed episodi di autolesionismo che hanno raggiunto l’anno scorso livelli mai così alti da oltre vent’anni a questa parte e che hanno continuato a verificarsi anche in questo quadrimestre: secondo l’Osservatorio di Ristretti orizzonti in questo primo quadrimestre sono già 14 in tutta Italia e 3 nel Lazio i suicidi accertati.
Complessivamente i detenuti presenti in Italia a fine aprile sono 56.674 e sono ben 15 su 20 le regioni in cui il tasso di affollamento supera la soglia del 100%.
Nel Lazio il tasso di affollamento complessivo calcolato sulla capienza “regolamentare” risulta superiore alla media nazionale, ma la situazione è decisamente più critica se si valutano questi dati in relazione ai posti effettivamente disponibili con un tasso reale di affollamento del 127,8%; in nove istituti su 14 i detenuti presenti sono in numero superiore al 100% dei posti disponibili.
In particolare si confermano le situazioni di maggiori criticità a Regina Coeli e Civitavecchia Nuovo complesso (che presentano tassi di affollamento del 161%). Accanto a questi vi sono altri tre Istituti: Viterbo, Rebibbia (R. Cinotti), Latina che presentano tassi effettivi di affollamento superiori al 140%
Il numero delle persone in attesa di primo giudizio risulta stabili, con un’incidenza attorno del 13,9% sul totale della popolazione detenuta del Lazio, leggermente superiore al 14,0% nazionale. Infine le donne detenute sono 405, erano 385 a inizio anno.
E’ diminuito rispetto al mese scorso da 28 a 22 il numero di bambini reclusi assieme alle loro madri in tutta Italia che, tuttavia a inizio anno erano 17. Infine nel Lazio attualmente non vi sono bambini reclusi assieme alla madre, il mese scorso ce n’era uno.