Mercoledì 29 novembre, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, ha sottoscritto nella sede del Tribunale di Roma, il Protocollo operativo, “Percorsi per autori di violenza domestica, sessuale e di genere o contro i minori”. Tale intesa discende dall’Accordo di rete, promosso dal Tribunale di Roma e sottoscritto il 4 maggio 2022, volto all’elaborazione di programmi individualizzati di recupero cui avviare, con il loro consenso, gli autori di comportamenti violenti nelle relazioni, al fine di contenere, con un precoce e appropriato sostegno, la recidiva e contribuire alla protezione della vittima del reato.
Durante la riunione per la firma del protocollo è intervenuto per un breve saluto il presidente del Tribunale di Roma, Roberto Reali. La presidente della quarta sezione penale del Tribunale di Roma con delega alla materia, Roberta Palmisano, ha poi preso la parola per ricordare che sono proprio i soggetti che compongono la rete – magistrati, personale sanitario, avvocati, forze di polizia, associazioni del Terzo settore – ad avere il compito di intercettare i bisogni degli autori di comportamenti violenti, talvolta anche prima che tali comportamenti diventino reato.
Tra gli obiettivi del Protocollo operativo, le parti s’impegnano a incrementare l’informazione e favorire l’adesione a percorsi di recupero e trattamento specialistico e ad attivare sinergie da parte del sistema socio-sanitario, giudiziario, di pubblica sicurezza in materia di lotta alla violenza e prevenzione e a realizzare, con l’apporto del Servizio sanitario regionale e dei servizi sociali territoriali nuovi servizi trattamentali, a promuovere una cultura di parità di genere e di protezione dei minori della consapevolezza degli effetti degli eventi traumatici sullo sviluppo dell’individuo.
“Ognuna delle parti – si legge nel Protocollo operativo -, per quanto di propria competenza, nel venire a conoscenza di fatti o atti che possano costituire una qualsiasi forma di violenza domestica, sessuale o di genere o contro i minori, se lo ritiene opportuno informa l’autore in ordine alla possibilità di intraprendere un percorso che prevede trattamenti anche specialistici e, in caso di adesione, fornisce informazioni utili al fine di individuare l’Ente o l’Associazione tra quelli che hanno stipulato una Convenzione con il Tribunale”.
Un articolo ad hoc è dedicato al procedimento per la concessione della sospensione della pena condizionata, previsto dall’articolo 165 comma del codice penale: la pena è sospesa a condizione che la richiesta di partecipare a un percorso di recupero sia sottoscritta personalmente dall’imputato, comunicata dal suo difensore alla persona offesa e presentata al pubblico ministero o al giudice, ove possibile insieme alla presa in carico dell’ente o dell’associazione individuato, al piano da questo redatto e alla calendarizzazione degli incontri.
Le attività previste dal Protocollo sono oggetto di periodico monitoraggio e valutazione dei risultati ottenuti. Sulla base dei risultati, le parti, nell’ambito dell’Osservatorio istituito presso la Presidenza del Tribunale, adottano eventuali integrazioni/modifiche del presente Protocollo
Il Protocollo operativo ha carattere sperimentale, ha la durata di 24 mesi e sarà tacitamente rinnovato, salvo diverse intese tra le parti.
Durante l’incontro del 29 novembre, hanno sottoscritto il Protocollo operativo: Tribunale ordinario di Roma; Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma; Università La Sapienza di Roma; Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori; Tribunale di Sorveglianza di Roma; Questura di Roma; Regione Lazio, Asl Roma 1; Ufficio esecuzione penale esterna; Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Lazio.