“I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato un giovane concittadino suicida nel carcere di Ancona e un uomo deceduto all’ospedale Belcolle di Viterbo dopo uno sciopero della fame condotto nel carcere di Rieti, tragedie per le quali esprimiamo dolore e vicinanza ai familiari, ci spingono ad accelerare su un obiettivo che la nostra Amministrazione aveva già in animo di perseguire: l’istituzione del Garante cittadino delle persone private della libertà personale”. Così in una nota del 12 gennaio scorso il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, e l’assessore alle politiche sociali, pari opportunità e salute pubblica, Giovanna Palomba.
“Siamo convinti – proseguono sindaco e assessore – che tragedie come quelle appena ricordate non debbano ripetersi. Anche per questo intendiamo fare la nostra parte lavorando all’elaborazione e all’approvazione di un Regolamento per l’istituzione del Garante dei diritti dei detenuti e alla successiva nomina di una personalità adeguata ad un ruolo delicato e importante che, tra gli altri, avrà il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei detenuti e potrà rappresentare la catena di congiunzione tra la dimensione della detenzione e la Città”.
Il proposito degli amministratori reatini va nella direzione delle raccomandazioni del Garante regionale, Stefano Anastasìa, contenute nella relazione annuale, illustrata in Consiglio regionale lo scorso luglio. Ai Comuni sedi di istituti penitenziari o di altri luoghi di privazione della libertà, si raccomanda, appunto, di “istituire il Garante comunale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, oltre che di “garantire l’accesso delle persone private della libertà ai servizi anagrafici e certificatorii, anche attraverso una presenza periodica di funzionari comunali presso gli istituti” e di “prevedere misure a sostegno delle persone private della libertà e delle loro famiglie”.
Il Garante Anastasìa ha espresso apprezzamento per il Sindaco, come aveva chiesto nella relazione. “Visto che l’istituzione era stata deliberata nel 2013 – ha dichiarato Anastasìa -, sono disponibile a confrontarmi sull’adeguatezza delle previsioni a quanto maturato nella esperienza dei garanti comunali così come riportato in Diritti comuni e nelle proposte della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà”.
L’associazione di promozione sociale “Sabina Radicale” ci ha fatto sapere che l’associazione rinnova tale richiesta ad ogni occasione da una decina d’anni e che il garante comunale è stato istituito e regolamentato oltre dieci anni fa, ma finora sarebbe mancato un bando per giungerne alla nomina.