Oltre 61 mila detenuti con un tasso di affollamento del 119 per cento sui posti effettivamente disponibili. Sei condannati su dieci sono già stati in carcere almeno una volta, vale a dire il 60% della popolazione detenuta. Sono questi i numeri da cui partire per raggiungere l’obiettivo di mettere le persone detenute nella condizione di non ritornare nella condizione di detenzione, una volta scontata la pena, offrendo loro strumenti e occasioni per ricominciare. Questo il tema del convegno “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere”, organizzato dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), organo di rilievo costituzionale che entra così tra gli attori in campo per risolvere gli annosi problemi del sistema carcerario italiano. Nell’arco di una giornata di lavori si sono susseguiti numerosi interventi e sessioni tematiche.
Oltre al presidente del Cnel, Renato Brunetta, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, hanno preso la parola, tra gli altri, il sottosegretario al ministero della Giustizia Andrea Ostellari, il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Giovanni Russo, e il presidente del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Felice Maurizio d’Ettore. A conclusione di un’intensa giornata di lavoro, con due sessioni plenarie e sei sessioni dedicate ai gruppi di lavoro, è intervenuto da remoto anche il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), Matteo Zuppi.
Come si legge in un comunicato del Cnel, l’evento si inserisce nel solco dell’accordo interistituzionale sottoscritto il 13 giugno 2023 tra Cnel e ministero della Giustizia in tema di formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere, da cui sono poi scaturite un’ampia serie di intese e collaborazioni con i tanti soggetti che operano in questo ambito: dalla Cassa delle Ammende alle cabine di regia territoriali delle regioni, dai poli universitari penitenziari della Crui al Garante nazionale alla rete dei Garanti territoriali. E ancora, tra gli altri: Forum del Terzo Settore, Caritas, Comunità di S. Egidio, Fondazione S. Patrignano, Assolavoro, Ente del Microcredito, Unioncamere, Anci, fondazioni bancarie e ordini professionali.
“L’obiettivo – prosegue il comunicato del Cnel – è definire un ampio quadro di proposte e, in tale ottica, istituire un Segretariato
permanente presso il Cnel, chiamato a svolgere un ruolo di impulso e di raccordo operativo tra la rete istituzionale dei soggetti pubblici centrali e locali, le parti sociali e il terzo settore”. Nel corso dei lavori sono state presentate anche molte esperienze realizzate sul territorio. In una sala è stato esposto un campionario di prodotti frutto del lavoro dei detenuti.
Gli interventi di Nordio e Ostellari
“Quel che stiamo facendo- ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio – è mettere insieme l’impegno e le capacità del Cnel con gli sforzi e la volontà del ministero della Giustizia. Non faremo miracoli dall’oggi al domani, ma possiamo realizzare una sinergia programmata, non lasciata al solo volontariato. L’obiettivo è avere in ogni carcere o luogo di detenzione alternativa la possibilità di fare apprendere alle persone detenute un lavoro, in modo tale che possano riuscire a trovarlo una volta liberate. Serve un ponte tra carcere e imprese, orientato al dopo, così da permettere a una persona quando esce dal carcere di avere già una suasistemazione”.
“Questo incontro – ha detto Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia – è il frutto di un lungo lavoro, fatto dal Cnel e dal Dap e soprattutto dai tanti uomini e donne impegnate sui territori, che lavorano in un ambito molto difficile. Il vero miracolo non è solo la recidiva zero ma aiutare il paese a fare sistema, per definire un ‘modello’ di percorso di rieducazione. Stiamo lavorando sul tema dell’esecuzione della pena attenuata, non stiamo parlando di sconti ma vogliamo affrontare il tema per dare una soluzione diversa. Noi possiamo impiegare il tempo di esecuzione della sentenza di condanna non più per guardare il soffitto ma per pensare a come imparare un mestiere e come formarsi”.
La viceministra Bellucci: sulle carceri nessuno si senta estraneo
“Il Cnel in sinergia con il ministero della Giustizia – ha evidenziato Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali – ci chiama oggi a gettare un ponte tra il carcere e la società, con il grande obiettivo di una recidiva zero. Perché questa strada sia possibile occorre che ognuno di noi come istituzioni e parti sociali, ma anche come cittadini, ci prendiamo la responsabilità di fare la nostra parte. Sentendoci parte in causa, non estranei al mondo penitenziario, ma in dovere di contribuire positivamente al cambiamento. Ci sono esperienze significative che hanno dimostrato come imparare un mestiere e riuscire a ottenere contratti di lavoro regolari riesca a creare un legame causa-effetto, verso l’uscita dal mondo criminale.
Il capo del Dap: “Vogliamo andare oltre e offrire una visione nuova”
“In un anno o poco più – ha affermato Giovanni Russo, Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) – le spese che la Cassa delle ammende sostiene per contribuire allo sviluppo del lavoro in carcere sono passate da 9 milioni a 30 milioni di euro. In questi primi mesi del 2024 oltre 600 imprese hanno fatto richiesta di sgravi fiscali. Questi sono già risultati importanti. Ora con il Cnel vogliamo andare oltre e offrire una visione nuova, perché la detenzione divenga uno spazio di tempo durante il quale inserire la nostra missione costituzionale, la rieducazione. Vogliamo che gli istituti penitenziari siano luoghi da cui i detenuti escano con maggiore cultura e maggiore professionalizzazione”.
D’Ettore: con il Cnel per definire modelli di reinserimento
“In tema di diritto al lavoro delle persone detenute, l’azione interistituzionale – ha sottolineato Felice Maurizio D’Ettore, presidente del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (Gnpl) – deve volgere con decisione verso la praticabilità di un’offerta lavorativa permeata dai principi dell’art. 4 della nostra Costituzione: effettività di tale diritto e diritto-dovere di lavorare per contribuire al progresso della società e mantenere un legame con la collettività libera. In quest’alveo si pone la collaborazione del Gnpl con il Cnel. La comune tensione verso lo sviluppo di modelli che favoriscano in concreto il reinserimento nella società ha motivato questo impegno congiunto”.
Il cardinale Zuppi: recidiva zero sogno che deve diventare realtà
“La giornata di oggi – ha detto il presidente della Cei – indica l’approccio giusto. Permette anche di uscire da una certa rozzezza nel modo di vedere il carcere, che non serve a far marcire le persone in galera. Alzare i muri crea solo maggiore insicurezza. Permette anche di uscire da una certa rozzezza nel modo di vedere il carcere, che non serve a far marcire le persone in galera. Alzare i muri crea solo maggiore insicurezza. E’ necessario dare tempo e valore al periodo della detenzione e un ruolo fondamentale può essere svolto dal lavoro”.
“E’ importante indicare possibili vie di cambiamento – ha proseguito Zuppi – ed è quindi utile e incoraggiante che ci sia un’istituzione come il Cnel, che aiuta a discutere e a dialogare. Dobbiamo lavorare affinché si raggiunga concretamente l’obiettivo ambizioso della recidiva zero, investendo in maniera importante sul lavoro e sulla formazione dei detenuti. Recidiva zero sembra un sogno, ma senza sogni non si cambia la realtà. Dobbiamo dare a tutti la speranza. Noi ci siamo- ha concluso Zuppi – Solo insieme possiamo far sì che il sogno diventi realtà”.