Dopo alcuni mesi è tornato il notiziario Non tutti sanno, realizzato dai detenuti all’interno della Casa di reclusione di Rebibbia. “Con un ritardo – spiega il giornalista Roberto Monteforte che da volontario coordinata la redazione – legato a problemi tecnici che si sa, in carcere non mancano mai. Questo numero che si presenta con una veste grafica più curata, grazie alla collaborazione dei docenti della Rufa, la Rome Università of Fine Arts, nelle sue 36 pagine affronta con lo sguardo del detenuto i drammatici nodi della situazione delle carceri italiane”.
Si parte dal diritto alla salute praticamente negato, facendo un bilancio sulle risposte all’appello ai medici lanciato nei mesi scorsi, offre testimonianze dirette del disagio che vivono i reclusi e ospita un contributo del Garante regionale dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa, a commento della protesta che si è registrata proprio nella casa di reclusione dopo il decesso di un detenuto malato.
Si rilanciano le proposte per ripensare l’organizzazione del servizio sanitario nelle carceri e al tempo stesso si richiama l’attenzione sul senso di abbandono e di solitudine, di mancanza di ascolto e sui tempi lunghissimi di attesa – vera “pena aggiuntiva” per chi è recluso – per ottenere cure o prestazioni specialistiche. Si arriva così ad affrontare, partendo da una situazione concreta vissuta dalla redazione di Non Tutti Sanno qualche anno fa, il dramma dei suicidi e delle ragioni che possono portare a questo gesto estremo.
Una giornata del ricordo per le vittime del sistema carcere
La redazione lancia così la proposta di una giornata nazionale del ricordo per le vittime del sistema carcere, detenuto o operatore penitenziario che sia, che ha perso la vita in un istituto penitenziario. Un momento di ricordo pubblico per restituire dignità a uomini e donne scomparsi che non devono essere ridotti a dati statistici ma che sono persone da ricordare come monito della sofferenza e delle inaccettabili ingiustizie del sistema carcerario italiano. Una proposta formulata nei mesi scorsi non molto diversa da quanto ha realizzato il coordinamento dei Garanti territoriali, nella giornata nazionale di protesta contro i suicidi e il sovraffollamento dello scorso 18 aprile ( il 17 aprile a Roma davanti al carcere di Regina Coeli) con la lettura dei nomi delle persone decedute dall’inizio del 2024.
Nell’ultimo numero di Non Tutti Sanno si troveranno proposte molto concrete come l’utilizzo dell’energia fotovoltaica e l’installazione diffusa di piastre per la cottura in sostituzione dei fornelletti a gas sia per ragioni ecologiche che per la sicurezza dei detenuti. Si racconta la dura realtà del carcere, con forme di costrizione non molto diverse o più umane da quelle praticate a Budapest. Ma si dà anche conto delle esperienze positive che provano a dare senso al tempo recluso: si racconta del centro di accoglienza domiciliare del Vic (Caritas), dove i detenuti senza alloggio possono trascorre i permessi con i familiari, quindi dell’attività dei laboratori di cucina o dell’utilizzo didattico dell’orto interno alla Casa di reclusione. Si racconta dell’inizio di un percorso di giustizia riparativa con un commento di Agnese Moro. Un articolo sullo spettacolo di teatroterapia dedicato al tema degli affetti, che ha visto sul palco con i detenuti – novità assoluta – anche i loro familiari. Per arrivare alla proposta di realizzare anche alla Casa di reclusione, dove gli spazi verdi non mancano, un canile gestito dai detenuti.
Il notiziario, anche in questo numero, punta a valorizzare tutte quelle attività che “umanizzano la vita ristretta”, favorendo un rapporto con la realtà esterna, indispensabile per garantire un vero reinserimento sociale, richiamando però l’esigenza di cambiare, perché molto c’è ancora da fare per dare concretezza all’articolo 27 della Costituzione e rispondere ai forti richiami del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a tutela della dignità della persona reclusa.
Il notiziario in formato pdf è scaricabile da qui:Non tutti sanno n. 4 aprile 2024