Papa Francesco propone ai Governi forme di amnistia nell’anno del Giubileo

"Io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire”
La lavanda dei piedi alle detenute di Roma Rebibbia.
La lavanda dei piedi alle detenute di Roma Rebibbia, il 28 marzo 2024.

“Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto”. Così Papa Francesco, “Vescovo di Roma  servo dei servi di Dio”,  nella Bolla di indizione del Giubileo ordinario 2025, “Spes non confundit” (La speranza non delude), il quale augura che “a quanti leggeranno questa lettera la speranza ricolmi il cuore”.

“Propongo ai Governi – si legge nella Bolla al punto 10 – che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”.

“In ogni angolo della terra -si legge ancora in proposito- , i credenti, specialmente i Pastori, si facciano interpreti di tali istanze, formando una voce sola che chieda con coraggio condizioni dignitose per chi è recluso, rispetto dei diritti umani e soprattutto l’abolizione della pena di morte, provvedimento contrario alla fede cristiana e che annienta ogni speranza di perdono e di rinnovamento. Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza – conclude Papa Francesco -, io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita”.