“Sono passati ormai tre mesi dall’appello ‘Servono interventi urgenti per il sovraffollamento e i suicidi nelle carceri’, in cui il Presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare con urgenza misure immediate per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane, causato principalmente dal sovraffollamento, dalla carenza del personale e
dall’inefficienza dell’assistenza sanitaria intramuraria”. Inizia così l’appello della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale.
“Con grande preoccupazione – prosegue l’appello – , constatiamo, ancora una volta, la sostanziale indifferenza della politica rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, rispetto al peggioramento delle condizioni di vivibilità delle nostre carceri che, lungi dal consentire quell’”inveramento del volto costituzionale della pena”, continuano a tradire i basilari principi costituzionali, europei ed internazionali, su cui regge lo stato di diritto e a umiliare continuamente la dignità”.
Il 18 marzo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo la Polizia Penitenziaria ha detto: ‘Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti’. Non si fa più in tempo a enumerare i casi di suicidio che si è costretti a aggiornarne l’agghiacciante elenco. Uno stillicidio insopportabile, come la sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione. E’ più che mai doveroso analizzare il fenomeno del sovraffollamento ribadendo, ancora, l’impellente necessità di interventi urgenti”. E’ l’appello lanciato dai garanti territoriali delle persone private della libertà personale al Parlamento e al ministro di Giustizia.
I Garanti spiegano che “la maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle ‘ore d’aria’. Questa è una violazione dei principi della Carta costituzionale e dell’Ordinamento penitenziario. Tale situazione non è insuperabile. È necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche più colloqui, telefonate, videochiamate. E’ necessario personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza”. Un accento è posto sulla necessità di “un maggior numero di misure alternative alla detenzione. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Chiediamo dunque a tutti i Parlamentari norme specifiche e urgenti, e al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica. Sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e i magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva Piero Calamandrei – ‘i suicidi sono il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere”. I Garanti ricordano che il 18 giugno, “a un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali diffonderanno l’appello, ricordando i nomi dei detenuti morti suicidi, per malattia e altre cause ancora da accertare nonché i nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita. Siamo disponibili a incontri col inistro della Giustizia, le commissioni giustizia di Camera e Senato e l’Amministrazione penitenziaria per dare il nostro contributo per risolvere le gravi problematiche che affliggono il carcere, le persone detenute e chi ci lavora quotidianamente”.
La Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, istituita presso la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome, rappresenta gli organismi di cui si sono dotati regioni ed enti locali, in base alla legislazione nazionale e regionale. Attualmente il Portavoce della Conferenza è Samuele Ciambriello, Garante della Campania.