“E’ una lunga scia di morti quella che vediamo allungarsi sul nostro percorso in questo 2024 che non può lasciarci indifferenti che non mi consente ovviamente di fare una relazione storica su quel che è successo lo scorso anno, senza vedere quello che sta succedendo intorno a noi. Poco distante da noi, nel Cpr di Ponte Galeria, pochi mesi fa un ragazzo della Guinea si è tolto la vita lasciando scritto sul muro il suo ultimo desiderio: che il suo corpo tornasse a casa dalla madre”. Con queste parole, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, giovedì 11 luglio ha iniziato la presentazione della relazione annuale sull’attività svolta nel 2023, così come previsto dall’articolo 7 della legge regionale n. 31/2003, istitutiva di questa autorità di garanzia. Nella sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio, a ringraziare Anastasìa è intervenuto il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma. Sono inoltre intervenute Irma Conti, membro del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, e la presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma, Marina Finiti. Ha concluso i lavori l’Assessore al Personale, polizia locale, enti locali, sicurezza urbana, università, Luisa Regimenti.
Il Garante ha esposto i dati relativi alla popolazione ristretta negli istituti penitenziari del Lazio, nell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, per poi riferire sull’attività svolta e concludere il proprio intervento con le raccomandazioni indirizzate alle amministrazioni e autorità competenti nella privazione della libertà.
Sovraffollamento e suicidi in carcere
Il 31 dicembre 2023 le persone detenute nei 14 istituti penitenziari per adulti del Lazio erano 6.537, di cui 435 donne, nella casa circondariale femminile di Roma e nelle sezioni femminili delle carceri di Civitavecchia, Latina e Paliano, e 2.486 stranieri, pari al 38% del totale, sette punti in più rispetto alla media nazionale. Questa la fotografia contenuta nella relazione, in cui si legge che dopo un periodo di costante diminuzione degli ingressi in carcere, durato circa un anno e mezzo e iniziato nei mesi più critici della pandemia da Covid 19, il loro numero sia in Italia e che nel Lazio è tornato crescere in maniera consistente. Alla fine di giugno di quest’anno il numero di detenuti presenti negli istituti penitenziari del Lazio era pari a 6.778, con un incremento di 251 unità rispetto ai 6.537 di inizio anno. In termini percentuali il tasso di crescita nei primi sei mesi dell’anno è stato del 3,8% ed è superiore alla media nazionale. In tutta Italia il numero di detenuti presenti alla data 30 giugno 2024 risulta pari a 61.480: sono cresciuti di 1.314 unità in questo semestre (+2,2%) e di 3.955 in un anno (con un tasso pari a +6,8%). Nella relazione del Garante Anastasìa emerge che il Lazio è la quarta regione italiana per numero di detenuti (preceduta da Lombardia, Campania e Sicilia).
Ma il dato che resta sempre allarmante è quello del sovraffollamento: l’indice di affollamento complessivo nella regione al 30 giugno 2024, calcolato sulla capienza regolamentare è pari al 130,3% e al 143,1%, se tale indicatore viene calcolato sul numero effettivo di posti disponibili. In tutta Italia i valori risultano pari al 120% sulla capienza “ufficiale” e al 129,3% sul numero di posti effettivamente disponibili. L’istituto penitenziario di Regina Coeli ha il più alto tasso di affollamento nella regione, pari al 180 per cento sui posti effettivamente disponibili, e il triste primato dei suicidi tra le persone detenute. Ben cinque suicidi sui sei nel 2023 si sono verificati nel carcere di Regina Coeli ai quali si aggiungono altre due persone che si sono tolte la vita nei primi mesi del 2024. Nel complesso, dal 2020 si sono verificati 12 suicidi accertati, si tratta del numero più elevato tra tutti i penitenziari d’Italia. Cinque dei sette suicidi verificatisi a Regina Coeli tra il 2023 e il 2024 sono accaduti nella VII sezione, già oggetto di plurime raccomandazioni da parte di questa Autorità di garanzia, del Garante nazionale e della Garante comunale a ogni livello dell’amministrazione penitenziaria.
Il sistema della giustizia minorile
Al 31 dicembre 2023, nell’Ipm Casal del Marmo di Roma erano presenti 46 detenuti, in aumento rispetto ai 43 del 2022. La tendenza si è ulteriormente rafforzata: al 30 giugno di quest’anno i presenti erano 63. Tensioni interne e la mancanza di risorse umane e finanziarie ostacolano la funzione rieducativa. Il trasferimento del Cpa nell’Ipm ha sollevato critiche. Ogni detenuto ha un programma individualizzato, ma mancano spazi per colloqui all’aperto e prolungati. L’attività scolastica include corsi di vari livelli, ma la continuità degli studi è difficile. Esperienze lavorative includono edilizia, giardinaggio e cucina. La carenza di personale limita le attività trattamentali e i colloqui familiari. L’assistenza sanitaria è garantita dall’ospedale San Filippo Neri, ma i lavori per il trasferimento del Cpa hanno reso inadeguata l’area sanitaria. Nel 2023, il Cpa di Roma ha ospitato 155 minori, in aumento rispetto ai 129 del 2022, ma ancora inferiori al periodo prepandemico. Nel 2023, 202 minori sono stati collocati in comunità, con una maggiore percentuale di stranieri rispetto agli italiani, evidenziando disuguaglianze nelle risorse relazionali e sociali.
Rems e Tso
Nel Lazio ci sono sei Rems con una capacità totale di 106 posti. Nel 2023 è stata inaugurata la nuova Rems “Polluce” di Subiaco, sostituendo la Rems “Merope” di Palombara Sabina. Tuttavia, ci sono problemi di carenza di personale, specialmente a Ceccano e Pontecorvo.
Al 31 dicembre 2023, le Rems del Lazio ospitavano 76 persone su 106 posti disponibili. La durata media della permanenza è aumentata significativamente da 585 giorni nel 2022 a 764 giorni nel 2023. Gli ingressi nel 2023 sono stati 23, mentre le uscite 30. La lista d’attesa è cresciuta da 29 persone a fine 2022 a 85 persone a fine 2023. A tale data, 78 persone erano in lista d’attesa, con priorità per chi si trova in carcere o in reparti psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc).
I Tso sono attuati in strutture ospedaliere pubbliche o convenzionate. Al 31 dicembre 2023, nel Lazio c’erano 25 Spdc con una capacità di 369 posti letto. Nel 2023, sono stati dimessi 226 pazienti sottoposti a Tso, in calo rispetto al passato. La durata media dei ricoveri è aumentata a oltre 13 giorni. Le strutture attive nel 2023 avevano una capacità di 284 posti letto, con una distribuzione disomogenea tra le varie Asl. Le Rems del Lazio e i Tso rappresentano un settore complesso con diverse criticità, tra cui carenze di personale e aumento delle liste d’attesa. La gestione dei pazienti con misure di sicurezza richiede un costante monitoraggio e un miglioramento delle risorse e delle strutture disponibili per garantire un adeguato trattamento e reinserimento nella società.
Il Cpr di Ponte Galeria
Nel 2023 le persone che hanno lasciato il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria sono state complessivamente 1069. Di queste, le persone rimpatriate a seguito del trattenimento sono state 268, poco meno di un quarto del totale di quelle transitate nella struttura nel corso dell’anno, nonostante il fatto che la maggioranza dei trattenuti siano cittadini provenienti da paesi che hanno sottoscritto accordi di riammissione con l’Italia. Il Cpr di Roma-Ponte Galeria è una struttura per stranieri irregolari, gestita da enti privati sotto supervisione della Prefettura e con sicurezza garantita da vari corpi militari e di polizia. Il trattenimento può durare fino a 18 mesi, con proroghe trimestrali. Il Cpr è suddiviso in due aree, originariamente maschile e femminile, con una capacità attuale di 120 uomini e 5 donne. Le stanze ospitano fino a 24 persone, con spazi limitati e servizi essenziali.
Nel 2023, il Cpr ha visto il transito di 1.145 persone, principalmente uomini provenienti da paesi del Maghreb, con un aumento del 60% rispetto all’anno precedente. La permanenza media nel 2022 era di circa 40 giorni. Le uscite dal Cpr sono dovute a rimpatri, non convalide giudiziarie e altre ragioni, con solo il 25% dei trattenuti effettivamente rimpatriati. Le criticità includono il sequestro dei telefoni, limitato accesso ai servizi sanitari e poche attività ricreative. Gli sforzi per migliorare le condizioni di vita includono proposte per riattivare attività culturali, migliorare la corrispondenza telefonica e ripristinare impianti sportivi.
L’attività di monitoraggio, gli sportelli dei detenuti, gli interventi della Regione Lazio
Il Garante ha inoltre riferito sulle numerose segnalazioni ricevute attraverso un’intensa attività di monitoraggio della struttura di supporto, del servizio di sportello per i diritti svolto dalle università del Lazio e da Arci Solidarietà Viterbo, nonché sulle segnalazioni direttamente arrivate agli indirizzi ufficiali del Garante da detenuti stessi, avvocati, familiari e tutti coloro a vario titolo interessati al perseguimento dei diritti della popolazione detenuta. Il Garante riferirà inoltre sugli interventi finanziati grazie agli stanziamenti annuali della legge regionale 7/2007, “Interventi a sostegno dei diritti della popolazione detenuta della Regione Lazio”, e realizzati dall’amministrazione penitenziaria, dalle università del Lazio e da diverse associazioni e cooperative.
Le raccomandazioni del Garante
Anastasìa ha concluso la sua esposizione con numerose raccomandazioni, rivolte alle amministrazioni a diverso titolo competenti nella garanzia dei diritti fondamentali delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Tre i campi di intervento più rilevanti e urgenti nella responsabilità della Regione, secondo Anastasìa: l’assistenza sanitaria, le politiche attive del lavoro e la programmazione dell’intervento sociale. Quanto all’assistenza sanitaria, Anastasìa raccomanda in primis il potenziamento dell’organico dei servizi sanitari penitenziari, dei servizi psichiatrici ospedalieri e delle Rems, anche attraverso l’equiparazione contrattuale dell’impiego in essi a quello nelle zone disagiate. Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, si raccomandano, tra l’altro, la promozione periodica di corsi di formazione professionale certificati, l’adozione di una campagna promozionale dei vantaggi fiscali e previdenziali per chi assume persone in percorsi penali; l’adozione di clausole sociali che favoriscano l’inserimento occupazionale di persone svantaggiate e, tra di esse, di persone provenienti da percorsi penali.
Tra le raccomandazioni rivolte all’amministrazione penitenziaria e della giustizia minorile, compare la predisposizione di un piano di risanamento degli istituti e adeguamento normativo delle stanze detentive, servizi igienici e percorsi per i familiari in visita e di locali per “colloqui riservati” con il partner. All’amministrazione dell’Interno si raccomanda di adeguare gli spazi del Centro di permanenza per il rimpatrio di Roma-Ponte Galeria a standard accettabili. Riattivare uno sportello del Garante presso il Cpr di Ponte Galeria. Ai Comuni sedi di istituti penitenziari o altri luoghi di detenzione, si raccomanda soprattutto di garantire l’accesso ai servizi anagrafici e certificatori per le persone private della libertà.