Venerdì 15 novembre, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato in visita alla Casa circondariale di Rieti.
Il Garante è stato ricevuto dalla direttrice, Chiara Pellegrini, la quale ha rappresentato le difficoltà in cui versa l’istituto, a causa del sovraffollamento e della carenza di personale. A fronte di 295 posti regolamentari, nel carcere di Rieti sono presenti 509 detenuti, di cui circa il 60 per cento stranieri. Le stanze da due posti letto sono state attrezzate con due letti a castello – per quattro posti in tutto – nelle quali attualmente alloggiano almeno tre detenuti.
A fronte di una pianta organica di 182 unità di Polizia penitenziaria, a causa dei numerosi distacchi, nell’istituto sono operative 126 unità. Con questi numeri, secondo la direttrice è difficile lo svolgimento delle attività trattamentali. Il Garante è stato poi accompagnato nelle sezioni dal commissario Pierpaolo Milanese, vicecomandante del reparto di Polizia penitenziaria dell’istituto, e dal capo dell’area trattamentale, Luca Agabiti.
Nel corso della visita, Anastasìa ha ascoltato alcuni detenuti che gli hanno esposto le loro doglianze ed è stato in visita alla sezione G, all’area sanitaria, composta dagli ambulatori e da tre stanze di degenza.
Tra le altre criticità, l’istituto è piuttosto lontano dal centro abitato di Rieti, il che rende difficoltose le visite, tanto più che la stragrande maggioranza dei detenuti è non reatina. Inoltre, si fa fatica di affiancare all’attività trattamentale dell’amministrazione con l’apporto della società civile e dell’imprenditoria locale al percorso di reinserimento dei detenuti: attualmente le persone che svolgono attività lavorativa all’esterno, ex art. 21 O. P., sono solo tre.