Ex carcere sull’isola di Santo Stefano-Ventotene: un altro passo verso l’apertura del museo

Il commissario straordinario Macioce: "Resta da risolvere il problema legato all’accessibilità"
Vista dell'isola di Santo Stefano da Ventotene,

Dopo aver raggiunto l’obiettivo dello stanziamento aggiuntivo di dieci milioni di euro a favore del progetto di recupero e valorizzazione dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano-Ventotene, deliberato nell’ultimo Cipess (comitato interministeriale per la programmazione economica) di fine novembre, il commissario straordinario del governo, Giovanni Maria Macioce, ha annunciato l’apertura parziale del museo di Santo Stefano-Ventotene, prevista per fine 2025, come si legge in una nota, “grazie alla piena sintonia progettuale con Massimo Osanna, direttore della direzione generale Musei del ministero della Cultura, suggellata nell’accordo quadro tra il commissario e la dg Musei appena sottoscritto”.

“Sono certo – prosegue Macioce – che potremo a breve rivivere la storia dell’ex carcere borbonico in un contesto museale degno della sua importanza, capace di far rivivere l’unicità del Panopticon, vero e proprio gioiello architettonico che si erge sull’isolotto di Santo Stefano, voluto dai Borbone che ne affidarono la progettazione all’ingegnere Francesco Carpi e che proprio 230 anni fa nel 1795 cominciò ad essere operativo per proseguire la sua attività di carcere durissimo, continuando la sua attività fino al 1965, quando fu definitivamente chiuso e successivamente abbandonato al degrado per più di 50 anni.”

L’obiettivo del progetto governativo è la trasformazione dell’ex carcere borbonico in un polo culturale multifunzionale, museo e scuola di alta formazione e che tale obiettivo potrà essere raggiunto solo risolvendo in primo luogo il problema legato all’accessibilità, dopo le pesanti prescrizioni della Commissione VIA del 2021 che ancora oggi impediscono la realizzazione di un approdo che possa consentire lo sbarco in sicurezza. Su questo punto il commissario Macioce ha così affermato: “Sono al lavoro con la struttura commissariale e Invitalia, soggetto attuatore dell’intervento, alla ricerca di soluzioni che permettano a tutti lo sbarco in sicurezza e non mi fermerò fino a che non avrò effettivamente trovato una soluzione per l’accessibilità, vero fattore critico del progetto”.

“L’accessibilità – ha concluso Macioce – sarà uno dei temi all’ordine del giorno del prossimo tavolo istituzionale permanente in programma il prossimo 21 gennaio a Roma, a cui parteciperanno tutte le otto amministrazioni statali coinvolte nel progetto.”

Macioce (a sinistra) e Osanna, dopo la firma del protocollo d’intesa con, alle spalle, il gruppo di lavoro.