Giovedì 16 gennaio nella Casa circondariale di Rebibbia femminile, Cittadinanzattiva ha presentato le “Raccomandazioni civiche per il diritto alla salute e alla prevenzione oncologica delle donne detenute”, un documento che definisce nove diritti fondamentali per garantire il benessere delle donne in carcere, con particolare attenzione alla prevenzione del carcinoma mammario. L’iniziativa si inserisce nel progetto I Care e mira a sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di migliorare l’accesso alla salute per le donne recluse, specialmente in un contesto di sovraffollamento e carenze nei servizi sanitari.
Dopo gl’interventi introduttivi della direttrice dell’istituto, Nadia Fontana, su salute e bellezza, sport e alimentazione, e di Laura Liberto, responsabile Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva, che ha parlato dell’equità per la salute “perché non accada ad altri”, è stato presentato il progetto insieme alla testimonianza delle donne detenute.
Le Raccomandazioni scaturiscono da un percorso di ascolto dei bisogni di salute delle donne, condotto da Cittadinanzattiva, che ha visto il coinvolgimento della Asl Roma 2, del Garante regionale del Lazio e comunale dei diritti delle persone private della libertà personale e di diverse associazioni impegnate nella tutela di chi vive all’interno dei penitenziari. Su di esse sono chiamati ad esprimersi i vertici dell’Amministrazione penitenziaria e le istituzioni sanitarie – Dap, Ministero della Salute e rispettive articolazioni regionali – al fine di condividere un impegno congiunto per garantire il diritto alla salute ed alla prevenzione oncologica negli istituti penitenziari femminili.
Il documento enuclea nove diritti fondamentali, riconosciuti dalla normativa nazionale e sovranazionale, numerose raccomandazioni specifiche per garantirli: diritto all’informazione e alla consapevolezza; diritto all’accesso ai servizi sanitari; diritto alla tempestività della diagnosi e dell’assistenza; diritto alla continuità delle cure e del trattamento; diritto ad una corretta alimentazione; diritto all’attività fisica; diritto ad un ambiente salubre; diritto al supporto psicologico; diritto all’ascolto e alla partecipazione.
Nel corso dell’evento sono intervenuti Alessia Giuliani, funzionaria giuridico-pedagogica dell’istituto e Matteo Pascucci, referente Uos salute penitenziaria femminile. il quale ha fatto il punto sull’attività svolta: 370 assistite sono state seguite 220 donne tra i 40 e i 70 anni di media. Per i Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) sono state effettuate 1060 radiografie e 600 ecografie di cui 135 mammografie e 95 ecografie mammarie, 800 fra visite e pap test.
Nei vari interventi c’è stato il richiamo alla necessità della buona collaborazione tra le due istituzioni, Amministrazione penitenziaria e Asl. Tutti hanno concordato sull’ottimo lavoro svolto dalle molte collaboratrici di cittadinanza attiva. Molti riconoscimenti al lavoro svolto da Franca Delle Fratte, referente del progetto per la Asl, coordinatrice clinica del percorso oncologico senologico del Pertini e del Sant’Eugenio. Sono poi intervenuti il Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise, Giacinto Siciliano, il quale ha manifestato l’intenzione di portare nelle altre realtà questa esperienza di successo, il direttore della Uoc Salute penitenziaria della Asl Roma 2, Antonio Chiacchio, il direttore Sanitario della Asl Roma 2, Maria Cedrola, e la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone.
Le donne nelle carceri italiane
Su 61861 persone detenute nei penitenziari italiani a fine 2024, 2698 sono donne, ossia il 4,36%. Facendo riferimento alle carceri esclusivamente femminili (Trani, Pozzuoli, Roma Rebibbia, Venezia Giudecca), il numero più alto di donne detenute, 378, si trova proprio nel carcere Stefanini di Rebibbia di Roma: qui il tasso di sovraffollamento è del 138%, superiore a quello generale, già molto elevato e pari al 120%, delle carceri italiane.
L’iniziativa I Care si è sviluppata nel corso del 2024 attraverso laboratori curati da Cittadinanzattiva in collaborazione con la Asl Roma 2 per formare le partecipanti sul carcinoma mammario, sui loro diritti, sull’accesso al Ssn e sui servizi essenziali, sugli screening, sui fattori di rischio, sulle misure di prevenzione (alimentazione e stili di vita sani e corretti) e sulle tecniche di auto-palpazione e di auto-monitoraggio. Inoltre, si sono svolti alcuni laboratori creativi realizzati in collaborazione con l’associazione Masc finalizzati a far emergere i bisogni di salute delle donne coinvolte. Questa azione ha portato alla realizzazione del video lanciato in occasione della Giornata internazionale contro il cancro al seno (19 ottobre), un messaggio che parte dal carcere sull’importanza della prevenzione rivolto a tutte le donne. Negli ultimi mesi dello scorso anno, attraverso specifici laboratori, un gruppo ristretto di donne ha acquisito competenze specifiche per diventare peer educator di altre detenute sui temi della salute femminile e del carcinoma mammario.