La Struttura amministrativa di supporto al Garante e l’Istituto professionale per i servizi dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera “Amerigo Vespucci” hanno sottoscritto un protocollo di intesa incentrato sull’organizzazione di eventi istituzionali, come servizi di accoglienza, coffee break e catering, gestiti da studenti e studentesse detenuti in fase di formazione. Il protocollo ha una durata di due anni e prevede un contributo da parte della Struttura di supporto al Garante di 20 mila euro per il rimborso delle spese sostenute dal “Vespucci”, in occasione degli eventi istituzionali.
“Questo accordo rappresenta un esempio importante di cooperazione tra istituzioni pubbliche e formative, per il reinserimento lavorativo delle persone detenute. La collaborazione con l’istituto alberghiero Vespucci, al quale con i finanziamenti regionali sono state messe a disposizione le cucine del carcere femminile di Rebibbia, ne esce ulteriormente rafforzata”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa.
L’Istituto “Amerigo Vespucci” è attivo con due percorsi formativi nel Polo penitenziario di Rebibbia, uno nella Casa di reclusione e uno nella Casa circondariale femminile. Gli studenti, dopo aver completato un programma che riduce di un terzo il monte ore tradizionale, possono ottenere il diploma e acquisire competenze pratiche direttamente applicabili nel mondo del lavoro.
“L’opportunità che offriamo – spiega Alessandro Reale, docente del “Vespucci” e referente dell’istituto per il Polo di Rebibbia – è quella di conciliare il recupero scolastico con l’acquisizione di competenze lavorative concrete. In base alle competenze precedentemente acquisite è data la possibilità agli studenti di poter svolgere due anni in uno: si tratta di un’opportunità che viene data agli adulti, vale a dire la possibilità di riprendere gli studi misurando le competenze formali e informali precedentemente acquisite”.
“Attualmente – prosegue Reale – abbiamo due classi al femminile e due nella reclusione maschile, frequentati da una cinquantina di persone detenute. Proprio quest’anno ci sono due quinte classi, una al femminile, una alla reclusione maschile, che dovrebbero diplomarsi”.
Grazie alla collaborazione con il Garante, gli studenti detenuti parteciperanno attivamente alla realizzazione di eventi istituzionali, contribuendo con la preparazione dei piatti, mentre gli studenti non detenuti dell’istituto si occuperanno dell’accoglienza in sala. Un modello di reinserimento che va oltre la didattica tradizionale, poiché offre concrete possibilità di formazione e di esperienza sul campo, supportando il percorso di recupero e reintegrazione sociale.