Al via il ciclo di incontri sull’esecuzione della pena e la tutela dei diritti

La presidente della terza sezione della Corte d'Appello di Roma, Roberta Palmisano, ha presentato un programma ricco di appuntamenti fino a dicembre
La presidente della IV sezione penale del Tribunale di roma, Palmisano, e il Garante Anastasìa al termine della riunione.
La presidente della Corte d'appello di Roma, Roberta Palmisano, con il Garante Anastasìa al termine di una riunione.

Lunedì 10 marzo 2025 ha preso avvio un ciclo di incontri organizzati dall’Osservatorio per la Giustizia di Comunità della Corte d’Appello di Roma, focalizzato sull’esecuzione della pena e la tutela dei diritti. Nel corso della presentazione del programma, la presidente della Corte d’Appello di Roma, Roberta Palmisano, ha messo in luce la grave situazione del sovraffollamento carcerario in Italia, con 62.165 detenuti a fronte di soli 51.323 posti disponibili. Nel Lazio, il tasso di sovraffollamento raggiunge un preoccupante 146,7%, con un impatto diretto sulle condizioni di vita all’interno delle carceri, sulla dignità dei detenuti e sulla loro possibilità di reintegrazione sociale.

Palmisano, che è coordinatrice dell’Osservatorio per la giustizia di comunità, ha evidenziato l’aumento dei suicidi tra i detenuti, 88 nel 2024 e già 12 dall’inizio del 2025, ponendo l’accento sull’importanza di attuare misure alternative alla detenzione, che attualmente mostrano un utilizzo insufficiente. La presidente ha inoltre sottolineato la necessità di una riforma culturale che favorisca la giustizia di comunità, mirata non solo alla punizione, ma alla rieducazione e al reinserimento sociale dei detenuti.

“I dati, molto bassi – ha dichiarato Palmisano -, relativi alle pene sostitutive e quelli, ancora alti, relativi al numero delle persone ristrette con condanne a pena detentive entro i tre/quattro anni (non ristretti per reati ostativi), sono quelli sui quali possiamo maggiormente incidere. Per una parte di questi detenuti (si è parlato di “detenzione sociale”), il problema è la marginalità sociale, la dipendenza da droghe o alcol, il disagio mentale, ancora prima della pericolosità, e la brevità stessa della pena è incompatibile con la predisposizione di un progetto rieducativo fondato su un tempo di conoscenza e valutazione iniziale, tenuto conto che il carcere è una struttura molto complessa”.

“Attuare strategie preventive di protezione sociale (negli ambiti dell’assistenza sociale e della tutela della salute) è fondamentale – ha proseguito Palmisano – perché la libertà dal bisogno non è solo un’esigenza personale ma è anche il presupposto necessario per un valido inserimento dell’individuo nella collettività, affinché chi è entrato nel circuito penale sviluppi una prospettiva di vita in armonia con i diritti degli altri all’interno della società in cui vive”.

L’Osservatorio per la Giustizia di Comunità composto da rappresentanti di magistratura, avvocatura, enti locali, ASL e volontariato, si propone di affrontare le criticità attuali attraverso una serie di incontri mensili, ognuno dedicato a un tema specifico, come salute mentale e dipendenze, il ruolo del Terzo Settore, e la giustizia riparativa.

“La giustizia di comunità – ha spiegato Palmisano -può sintetizzarsi infatti nella presa in carico dell’autore di reato e della vittima e nella organizzazione dei relativi servizi, per valorizzare i percorsi che consentono all’autore di reato di assumere consapevolezza rispetto al fatto-reato, proporre opportunità di cura e sostegno, ma anche occasioni di riparazione. Si presuppone un cambio culturale e una diversa prospettiva che riguarda soprattutto noi magistrati perché è a seguito delle nostre decisioni (misure cautelari e condanne) che un cittadino finisce in carcere”.

Palmisano ha concluso il suo intervento invitando tutti gli attori coinvolti a partecipare attivamente agli incontri, per contribuire a una riflessione collettiva e a un cambiamento reale nel sistema penale, con l’obiettivo di garantire il rispetto dei diritti e migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

Il programma degli incontri

Il prossimo incontro, previsto per il 15 aprile, si concentrerà sul disagio mentale e sulle dipendenze, coinvolgendo esperti del settore per delineare strategie efficaci di intervento.

A giugno si discuterà di Vittime e Autori nei reati di violenza di genere con la partecipazione dell’avv. Teresa Manente e della dr.ssa Carla Maria Xella. La collega Marisa Mosetti aiuterà a definire linee guida per un’azione tempestiva e il flusso di informazioni tra uffici giudiziari e professionisti. Sarà affrontata anche l’importanza di studiare e misurare il fenomeno con Giuseppina Muratore dell’ISTAT e Pietro Demurtas del CNR.

A settembre si parlerà del Lavoro come elemento fondamentale per la dignità dei cittadini, con interventi di , Stefano Anastasia, Giacinto Siciliano, David Di Meo e Gherardo Colombo. Si discuterà di strumenti per il reinserimento lavorativo degli imputati non condannati, con la dr.ssa Maria Vittoria Menenti, Luciano Pantarotto e Filippo Giordano.

A ottobre si affronterà il tema della giustizia riparativa, auspicando che le conferenze locali abbiano concluso il loro lavoro e che sia applicabile la normativa Cartabia. Sarà richiesto un aggiornamento al prof. Pasquale Bronzo e alla dr.ssa Carla Ciavarella, mentre l’avv. Emma Tosi porterà il punto di vista dell’Avvocatura.

A novembre si parlerà dei diritti dei minori, in particolare del rispetto per i minori vittime di reato. Interverranno esperti come Pisani, Claudia Terracina, Carla Maria Xella e Susanna Murru, trattando anche il disagio giovanile e il tema dei minori autori di reato con Paola Manfredonia.

Infine, a dicembre si discuterà delle violenze e dello sfruttamento dei migranti, con un intervento di Maria Grazia Giammarinaro e le testimonianze di associazioni attive nel settore. Luca Perilli parlerà di un protocollo per la protezione e il prof. Emilio Santoro del dovere di proteggere.

L’Osservatorio si propone di elaborare protocolli operativi per definire procedure di intervento efficace e monitorarle nel tempo.

Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso la promozione di una giustizia più umana e inclusiva, in linea con i principi della Costituzione e delle normative internazionali.

Il calendario degli incontri