Il progetto Teatrash – realizzato dalle detenute del corso di Decorazione Pittorica tenuto, a Rebibbia Femminile, dal Liceo artistico Enzo Rossi – è stato selezionato per la Quinta edizione del Carnevale internazionale dei ragazzi organizzato dalla Biennale di Venezia.
La notizia è stata confermata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, fra i sostenitori del progetto. «E’ una magnifica novità – ha detto Marroni – che premia gli sforzi di queste donne, dei loro docenti e, in definitiva, di quanti credono che lo studio e l’arricchimento culturale siano fattori decisivi per diffondere in carcere la cultura della legalità e per consentire un nuovo inizio a tante persone, nello spirito di quanto previsto dall’articolo 27 della Costituzione. I laboratori di Arte del Tessuto, di Ceramica, di Discipline Plastiche di Decorazione Pittorica e Mosaico organizzati a Rebibbia Femminile mirano, inoltre, a fornire risorse spendibili come forma di reinserimento sociale».Teatrash – il progetto che parteciperà al Carnevale internazionale dei ragazzi – prevede la progettazione e la realizzazione di un Teatro delle marionette con l’utilizzo esclusivo di materiale di riciclo.
L’idea è quella di stimolare la creatività e suscitare curiosità, creando un punto di contatto tra l’arte e le azioni della vita quotidiana. Attraverso il riutilizzo di scarti, si vogliono trasformare gli oggetti, modificandone la funzione. Il materiale riciclato passa così da scarto a materiale di nuovo utilizzo modificando, in tal modo, la percezione estetica dell’oggetto. Teatrash è stato realizzato dalle alunne del carcere di Rebibbia Femminile in collaborazione con gli studenti della sede centrale del Liceo Artistico Enzo Rossi (già Istituto Statale d’arte Roma 2). Da anni il Liceo ha attivato un Corso di Decorazione Pittorica all’interno di Rebibbia Femminile. Un progetto culturale e didattico voluto dal Dirigente Scolastico Mariagrazia Dardanelli, sostenuto dal Garante dei Detenuti, avvocato Angiolo Marroni e coordinato dal professor Alessandro Reale. «Il nostro – ha detto il professor Reale – non è un percorso senza ostacoli. Lo sanno bene i docenti che operano nella struttura, convinti che si tratti di una grande occasione di crescita professionale. Confrontarsi con una nuova realtà, “ rivedere” e quasi “riformulare” concetti e modalità con le quali rapportarsi, scoprire le proprie potenzialità di “adattamento creativo” non è semplice, soprattutto perché ogni dialogo che si instaura all’interno del carcere, deve conciliare le due anime della funzione contenitiva, ovvero la “penitenza” e il recupero.
Tutto ciò porta spesso a risultati che ripagano di ogni sforzo. Il nostro obiettivo è quello di dare “sostanza” al percorso scolastico. E’ stato da poco sottoscritto un protocollo di intesa con l’Unione degli industriali e delle imprese del Lazio, che ci permetterà di realizzare, per le allieve di Rebibbia, seminari dedicati ad argomenti come l’a utoimprenditorialità e la creazione d’impresa, nella speranza di veder nascere nuove realtà lavorative, formata da ex detenute, nella forma e nel ruolo di lavoratrice – imprenditrice e manager».