Il documento – uno dei pochi già entrato in vigore in Italia – è stato presentato nel corso di una Conferenza Stampa cui hanno partecipato il Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni, Camillo Riccioni, Direttore Generale della Asl Rm A e Mauro Mariani, direttore di Regina Coeli. La Carta dei Servizi Sanitari per i cittadini reclusi negli istituti di pena è il primo frutto concreto del Tavolo tecnico congiunto tra Asl, carcere di Regina Coeli e Garante dei detenuti istituito, nell’a mbito del D.P.C.M. del 2008 – che regolamenta il passaggio delle competenza della medicina penitenziaria dal Ministero di Giustizia alle Asl – per realizzare una cabina di regia chiamata a monitorare la ricaduta della riforma sulla vita dei detenuti e sull’efficacia dell’organizzazione della Asl. Il documento approvato dalla Asl ribadisce, nel suo preambolo, quanto statuito dall’art. 1 del D.Lgs. 230/1999 e dalla nostra Costituzione e cioè che “i detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza”All’interno della Carta dei Servizi sono riepilogate, nel dettaglio, tutte le prestazioni mediche cui ha diritto il cittadino privato della libertà personale recluso nella Casa Circondariale di Regina Coeli, oltre alle modalità e alla tempistica per la loro fruizione. E’, altresì, previsto, che la Carta possa essere modificata sulla base delle indicazioni provenienti dal Tavolo tecnico congiunto.
«E’ universalmente riconosciuto – ha detto il Garante Angiolo Marroni -che quello alla salute è il diritto maggiormente violato in carcere. Un dato, questo, che nel Lazio assume una valenza ancor più importante vista anche la situazione in cui versa il sistema sanitario penitenziario anche a causa delle note problematiche del deficit regionale. Carenze di fondi e di personale medico e paramedico, strutture fatiscenti e dotazioni tecnologicamente superate ed infine il sovraffollamento, fanno si che la situazione peggiori giorno dopo giorno. In questo contesto, dove le emergenze legate alla tutela della salute in carcere sono purtroppo all’ordine del giorno, l’a dozione di questa Carta dei servizi sanitari rappresenta un segnale di speranza. Sancire in questo modo che anche i detenuti hanno diritto alla tutela della salute vuol dire aver raccolto i moniti del Presidente della Repubblica e di quelli delle due Camere, Boldrini e Grasso. Un gran bel risultato che riavvicina il carcere alla società».«Quando uomini e donne sono animati da buone intenzioni – ha detto il Direttore Generale della Asl Rm A Camillo Riccioni – riescono a coniugare aspetti diversi, e a raggiungere un ottimo risultato finale, come in questo caso.
La carta va letta come un punto di partenza, un contenuto plasmabile che cresce e si arricchisce di nuova progettualità».«La Carta dei Servizi è un percorso nuovo – ha detto Maria Claudia Di Paolo, provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria – un approdo verso una ulteriore certezza per i ristretti. A costoro chiediamo un credito di fiducia cui corrisponde un debito di responsabilità da parte degli operatori che, per conto loro, non finiscono mai di stupirmi per la passione con cui svolgono la loro professione in carcere».