E’ stato intitolato a Leda Colombini il nido del carrcere romano di Rebibbia Femminile. Scomparsa nel dicembre del 2011, la Colombini, con l’associazione “A Roma insieme”, si era battuta per garantire una vita migliore ai bambini da 0 a 3 anni reclusi con le loro mamme.
In ricordo della Colobini è stata apposta una targa, in ceramica e mosaico, realizzata dal Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi” indirizzo arti figurative per la pittura e per la scultura. Progetto ed inserti in ceramica sono stati realizzati dalle detenute/allieve che frequentano la sezione staccata dell’Istituto all’interno della Casa Circondariale, mentre il mosaico è stato realizzato dagli allievi della sede centrale della Scuola.
Il Liceo “Enzo Rossi” diretto da M. Grazia Dardanelli, è presente da anni a Rebibbia Femminile. Il carcere è parte del territorio della scuola e l’Istituto ha deciso di farsi simbolicamente carico della struttura, aggiungendo ai diritti fondamentali delle detenute quello allo studio, con la consapevolezza che l’attivazione dei corsi possa essere utile anche in vista del ritorno alla libertà.
I laboratori artistici presenti sono stati attivati per fornire risorse spendibili come forma di reinserimento sociale. La creatività diventa un mezzo per assicurare l’approccio alla cultura, favorire la crescita integrale della persona, sviluppare spontaneità e desiderio di comunicare. Fra i numerosi progetti realizzati in collaborazione tra studentesse detenute e allievi della sede centrale, i mosaici nelle stazioni S, Maria del Soccorso e Rebibbia della linea B della metropolitana di Roma.
Figura di primissimo piano del Pci e, negli ultimi anni, strenuo difensore dei diritti delle mamme detenute e dei loro figli costretti a vivere in carcere, la Colombini è deceduta in seguito ad unmalore che l’ha colpita nel carcere di Regina Coeli, dove stava svolgendo la sua quotidiana opera di volontariato. Nata nel 1929 a Fabbrico di Reggio Emilia, a 14 anni entrò nei Gruppi di difesa delle donne per l’assistenza ai partigiani e partecipò alla lotta di Liberazione.
Da militante del Partito Comunista, nel 1948, chiese di poter partecipare a un corso di formazione perché i suoi studi arrivavano solo alla quinta elementare. Agli inizi degli anni Cinquanta arrivò ai vertici della Federbraccianti e, quasi contemporaneamente ,negli organismi direttivi del Partito. E’stata in Parlamento per due legislature e, più volte, Consigliere e Assessore alla Regione Lazio.
Nel volontariato in carcere, come presidente dell’associazione ‘A Roma Insieme’ ha promosso numerosi progetti a favore delle mamme detenute e, soprattutto, per i bambini fino a tre anni reclusi nel carcere di Rebibbia con le loro madri.