A partire dal prossimo venerdì 1 agosto gli oltre 300 detenuti e il personale in servizio nel carcere di Rieti potranno finalmente contare su un servizio di assistenza medica h.24. La notizia è stata confermata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.
Dopo l’apertura della nuova struttura detentiva – che aveva portato i reclusi presenti da poco meno di 40 agli oltre 300 attuali, destinati ad aumentare ancora con l’imminente apertura di altre sezioni – il Garante aveva più volte segnalato la mancanza di assistenza h. 24 come una vera e propria criticità sensibilizzando le istituzioni regionali e nazionali.
«Si tratta senza dubbio di una buona notizia – ha commentato il Garante – perché in questi anni il diritto alla salute e alle cure mediche, che è uno dei più difficili da garantire in carcere, a Rieti è stato assicurato dal Servizio 118. Un sistema, questo, che può funzionare in situazioni nelle situazioni di emergenza ma che, certo, non è adeguato a garantire la domanda ordinaria di salute. Basti pensare ai disagi e alle criticità legate sia alle responsabilità di rispondere alle esigenze sanitarie dei detenuti da parte degli agenti di polizia penitenziaria che alle trafile necessarie per chiamare il 118».
La copertura medica h. 24 all’interno del carcere si inquadra in un più ampio progetto di riordino della sanità penitenziaria che da oltre due anni sia il Distretto che l’unità dipartimentale hanno portato avanti per risposte alle domande di salute dei detenuti, nonostante i limiti imposti dal piano di rientro e le problematiche legate al turn over del personale sanitario.
La Asl reatina ha infatti, deliberato l’istituzione del Tavolo tecnico per il monitoraggio dell’applicazione della riforma della sanità penitenziaria, propedeutico all’approvazione della Carte dei Servizi per i detenuti, ed è in dirittura di arrivo la firma della Convenzione tra la Asl e il carcere di Rieti.
Altro obiettivo su cui l’Azienda sanitaria locale sta lavorando è quello di ottimizzare il servizio di Radiologia e le prestazioni che già si effettuano in carcere (lastre, ecografie ecc) mediante collegamenti diretti e la refertazione direttamente dall’ospedale, allo scopo di razionalizzare le prestazioni ed evitare i trasferimenti di detenuti in ospedale.