Il testo integrale dell’intervista rilasciata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni al “Corriere della Sera” dell’11 dicembre 2014.
MARRONI: NESSUNO DIFENDE GLI ONESTI. MA SONO A RISCHIO 1.400 LAVORATORI
Di Fulvio Fiano
La telefonata ad Angiolo Marroni, Garante per i detenuti del Lazio e tra i fondatori della Coop 29 giugno ora al centro di “Mafia Capitale”, rischia spesso di interrompersi per la sua rabbia.
“Non ne posso più non potete continuare con questa storia”.
Possibile che non sapesse nulla degli affari di Salvatore Buzzi, secondo i pm longa manus si Massimo Carminati negli appalti per l’emergenza profughi, campi rom e altro?
“Buzzi non lo vedo da tempo. La Coop 29 giugno è nata 30 anni fa con ottime intenzioni e l’appoggio di personalità stimate. Politici, giornalisti…. Se poi si sia trasformata in qualcosa di orrendo non è colpa mia.”
In un’intervista recente lei parlava di “business dei detenuti” e “coop sociali che devono fare profitto” citando la 29 giugno come esempio “molto bello e importante”.
“Difendo le attività che svolge non i comportamenti delinquenziali di Buzzi, che non conoscevo. Oggi sono preoccupato per i 1.400 lavoratori, che rischiano il posto, tra cui 500 ex detenuti recuperati in attività socialmente utili. Il rischio di questa mascalzonata orrenda è che tutte le coop sociali abbiano contraccolpi, come già sta avvenendo. Nessuno, politici, sindacati, si schiera a difesa degli onesti”.
Lei è quello della foto a cena con Buzzi, Alemanno e il ministro Poletti fra gli altri.
“Ho ripetuto mille volte che è un evento del 2010 e Poletti non poteva rifiutarsi”.
E poi c’è l’intercettazione in cui Buzzi lancia la candidatura di suo figlio alle primarie per il sindaco, già pronti 10mila voti.
“Vanterie senza riscontri. Mio figlio non si è candidato ed è insopportabile che se ne parli ancora (Umberto Marroni ritirò la candidatura e appoggio David Sassoli, avversario di Ignazio Marino, ndr”).