Promuovere e favorire l’accesso agli studi universitari delle persone detenute negli istituti di pena del Lazio, come elemento fondamentale del loro percorso di risocializzazione e reinserimento. E’ quanto si propone di fare il protocollo d’intesa firmato lo scorso 20 aprile tra Provveditorato regionale di Lazio, Abruzzo e Molise del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio e Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
L’accordo si inserisce nell’ambito del consolidato rapporto di collaborazione che intercorre tra l’Ufficio del Garante e l’Università di Tor Vergata, collaborazione avviata nell’anno accademico 2006-2007 con il progetto “Teledidattica” per la formazione universitaria a distanza delle persone private della libertà personale e successivamente affiancata da una serie di attività di sostegno e tutoraggio in favore degli studenti detenuti. Confermando l’offerta didattica previste per le persone ristrette all’interno del Nuovo complesso della Casa circondariale di Rebibbia – recentemente ampliata con l’attivazione del nuovo corso di laurea in Scienze motorie – l’intesa mira quindi a verificare la possibilità di estendere l’attività formativa dell’ateneo romano anche ad altri istituti penitenziari della regione.
Università e amministrazione penitenziaria provvederanno, in particolare, a mettere in atto tutta una serie di attività utili a supportare gli studenti detenuti nel percorso di studi fino al conseguimento del titolo finale, anche sviluppando collaborazioni con ministero dell’Istruzione, università e ricerca, Regioni, enti locali e agenzie di formazione accreditate, nell’ottica di promozione del modello integrato di istruzione e formazione professionale. L’Ufficio del Garante sarà elemento di raccordo, assicurando il supporto agli studenti detenuti nelle diverse procedure amministrative e il coordinamento con la Regione e Laziodisu – Ente per il diritto allo studio universitario, perché siano assicurati agli studenti detenuti gli strumenti indispensabili allo studio e per individuare possibili fondi regionali per il finanziamento delle iniziative. Potranno inoltre essere attivate borse di studio e di ricerca in materia di privazione della libertà e di diritti delle persone che vi sono sottoposte. Previsti pure momenti di formazione per dirigenti penitenziari, funzionari dell’area educativa, personale di polizia giudiziaria e docenti universitari.