Martedì 6 marzo, con la visita al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) di Colleferro, in provincia di Roma, il Garante nazionale delle persone private della libertà ha avviato il proprio monitoraggio delle strutture nelle quali vengono eseguiti i trattamenti sanitari obbligatori.
Martedì 6 marzo, con la visita al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) di Colleferro, in provincia di Roma, il Garante nazionale delle persone private della libertà ha avviato il proprio monitoraggio delle strutture nelle quali vengono eseguiti i trattamenti sanitari obbligatori. “Si tratta dell’apertura di un nuovo, importante campo di lavoro per il Garante nazionale delle persone private della libertà” dichiara il Garante della Regione Lazio, Stefano Anastasìa. “Nel corso del mio mandato, sono già stato al SPDC dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma nel maggio scorso e sono certo che un analogo impegno del Garante nazionale non potrà che facilitare l’azione dei garanti regionali e locali in questo settore”.
La competenza del Garante nazionale sulle persone sottoposte a TSO deriva dalla sua individuazione da parte del Governo come Meccanismo nazionale di prevenzione nell’ambito del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione contro la tortura delle Nazioni unite. Il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, invece, ha competenza sulle persone sottoposte a TSO per espressa previsione della legge istitutiva, n. 31 del 20 ottobre 2003, laddove si specifica che tra le persone sottoposte a misure restrittive della libertà su cui l’Autorità regionale ha competenza vi sono anche quelle presenti “nelle strutture sanitarie in quanto sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio”. D’altro canto, per espressa disposizione di legge, il TSO può essere attuato esclusivamente in ambiente ospedaliero, in strutture pubbliche del Servizio sanitario regionale, e sotto il controllo amministrativo del Sindaco, quindi con competenza diretta delle Regioni e degli Enti locali e dei loro organi di garanzia.