Cresce il numero dei condannati a pene brevi

I dati semestrali del Dap: aumenta l’incidenza dei detenuti con residuo di pena inferiore a due anni. In Italia sono il 25 per cento, nel Lazio il 29 per cento
L’unica finestra della cosiddetta cella di Cagliostro, presso la fortezza La Rocca, situata a San Leo (RN). Crediti: Larry Yuma

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha diffuso anche i dati relativi alla distribuzione dei detenuti negli istituti di pena in Italia e in tutte le regioni della penisola. Nel Lazio i detenuti cui sono state comminate pene della durata inferiore a due anni sono 427. Si tratta di numeri inferiori alla situazione pre-covid ma in leggera crescita rispetto a quanto si è registrato negli ultimi due semestri.

La situazione in regione sotto questo punto di vista si presenta meno favorevole in confronto  a quanto si verifica in tutta Italia dove i detenuti condannati a pene inferiori ai due anni sono il 6 per cento del totale. Nel Lazio sono l’8 per cento.

Per quanto riguarda la situazione dal punto di vista della durata della pena ancora da scontare, negli istituti di pena del Lazio vi sono 1.636 detenuti con residuo inferiore ai due anni. Sono il 29 per cento della popolazione detenuta in regione: è una percentuale superiore al 25 per cento che si registra a livello nazionale.

Anche in questo caso si è verificato un lieve aumento, di dieci unità, dall’inizio del 2021.

Considerando che per la maggior parte si tratta di persone che dovrebbero poter scontare la propria pena in condizione diversa dalla detenzione in carcere, questi dati ci confermano la necessità di una maggiore attenzione e impegno per ampliare le occasioni e le possibilità di accesso a misure alternative alla detenzione e un obiettivo auspicabile a breve termine potrebbe essere quello di raggiungere proporzioni nel Lazio analoghe a quelle che si registrano a livello nazionale.

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