“L’impegno della Asl Rm2 per l’uso ordinario degli strumenti della telemedicina negli istituti di Rebibbia segna un altro passo verso la digitalizzazione degli istituti di pena. Si tratta del modo migliore di apprendere la lezione della pandemia, individuando le innovazioni che possano contribuire al cambiamento del sistema penitenziario e più in generale della società. La telemedicina è una di queste”. Così il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, al termine della presentazione a Rebibbia del progetto “Liberi@mo la salute: telemedicina negli istituti penitenziari”, alla quale sono intervenuti anche la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“In Regione Lazio – prosegue Anastasìa – già nel 2009 si è cominciato a sperimentare in questo senso, oggi, nell’ambito di una modifica più generale, che riguarda l’intero sistema di assistenza, a Rebibbia la telemedicina diventa modalità ordinaria di risposta ai bisogni di salute delle detenute e dei detenuti. Come sempre nell’uso delle tecnologie, bisognerà fare attenzione al fatto che esse servano ad accorciare i tempi e le distanze nell’assistenza e non ad allontanare medici e pazienti, ma sono certo che in chi ha lavorato a questa progettazione ci sia la piena consapevolezza di questi rischi e l’impegno a evitarli attraverso adeguati percorsi di formazione e monitoraggio. I quattro istituti di Rebibbia raccolgono la metà dei detenuti del Lazio. Mi auguro che la buona prassi – conclude Anastasìa – che parte oggi a Roma possa rapidamente diffondersi anche negli altri istituti di pena della regione”.