Il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, è intervenuto oggi al webinar “La transizione digitale europea e nazionale. Il ruolo dei Difensori civici italiani a garanzia dei cittadini”, organizzato dal difensore civico regionale, Marino Fardelli. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, la senatrice Assuntela Messina, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione al digitale, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Emanuele Cangemi, e il consigliere regionale Mauro Buschini. Ha centrato il proprio intervento sull’impulso al digitale nelle carceri durante l’emergenza pandemica Anastasìa il quale ha così esordito: “La transizione al digitale è una delle questioni centrali dell’efficacia dello stesso articolo 27 della Costituzione che stabilisce che le pene non devono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
“È inimmaginabile nel ventunesimo secolo – ha proseguito Anastasìa – che si possa progettare un reinserimento sociale delle persone condannate senza una capacità e un accesso ai mezzi digitali, senza un’alfabetizzazione digitale. Quasi tutti i servizi, anche i più banali, legati alla possibilità di costruire un percorso di inserimento, quindi legati alle prestazioni sociali e previdenziali, viaggiano in digitale. Gli istituti penitenziari invece fino all’inizio della pandemia erano sostanzialmente chiusi all’innovazione digitale, per quanto riguarda le condizioni di vita delle persone detenute. E questo era un handicap enorme rispetto alla possibilità di reinserimento. Il digitale è stata la condizione grazie alla quale si è riusciti, dopo i momenti più difficili che le nostre istituzioni penitenziarie hanno vissuto negli ultimi trent’anni, a ricostruire minime condizioni di vivibilità durante la pandemia in carcere. Pensate semplicemente alla improvvisa innovazione nell’uso dei videocolloqui che non erano stati mai consentiti fino a prima della pandemia. Questo ci deve dire che dobbiamo andare in quella direzione, il digitale deve consolidarsi nelle prassi e nelle norme del sistema penitenziario italiano, sicuramente per quello che riguarda i rapporti con i propri familiari, ma anche per garantire il legame con gli istituti di istruzione e formazione e le opportunità di accesso ai servizi previdenziali, sociali e assistenziali”.
Anastasìa ha evocato le opportunità provenienti dal Pnrr e ha ricordato che la Regione Lazio ha già fatto la sua parte sul digitale in carcere, con lo stanziamento nel bilancio dello scorso anno di 600 mila euro per l’innovazione digitale e per i progetti di reinserimento legati al digitale dentro gli istituti penitenziari. “Si deve poter contare su scelte di investimento più ampie, pensando a una pena rieducativa che sia all’altezza del nostro ventunesimo secolo”, – ha concluso Anastasìa.
E sul ruolo del Difensore civico della Regione Lazio all’interno dei processi di digitalizzazione che si stanno compiendo a livello nazionale e regionale è intervenuto anche il vicepresidente Cangemi, il quale ha sottolineato che “il percorso di innovazione tecnologica e transizione digitale ha una rilevanza talmente elevata da meritare circa il 27 per cento delle risorse totali del Pnrr, e anche il Lazio è impegnato con la realizzazione della propria agenda digitale”. “Coniugare la tecnologia con una pubblica amministrazione – ha concluso Cangemi – vuol dire andare oltre la macchinosità della burocrazia, semplificando la vita di chi rappresentiamo nelle istituzioni”.
Soddisfatto il difensore civico Fardelli: “La partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla vita democratica, l’inclusione sociale e l’esercizio dei diritti non possono prescindere dal l’innovazione e dalla transizione digitale. Questo il principio ribadito nel webinar andato in onda questa mattina. La Regione Lazio in costante e proficua collaborazione con le altre regioni e istituzioni nazionali ed europee, è in prima linea per raggiungere questo traguardo e garantire pari opportunità a tutte e tutti. L’Ufficio della difesa civica – ha concluso Fardelli -, plaude alla creazione della nuova Agenda digitale regionale dove sicuramente troveranno spazio i temi che affrontiamo ogni giorno dando risposte certe e tempestive so cittadini che si rivolgono al Difensore civico del Lazio”.