“Abitare il carcere, gli spazi della pena nella società digitale” è il titolo del convegno nazionale organizzato nell’ambito delle iniziative per il quarantennale dalla Fondazione Giovanni Michelucci che si terrà a Roma il 16 giugno in due spazi distinti. La sessione mattutina, “Gli spazi della pena dopo anni di riflessioni e proposte”, si svolgerà nell’Aula magna della facoltà di Architettura Sapienza, in piazza Borghese, a partire dalle ore 9. A questa prima fase dei lavori, dopo i saluti istituzionale interverrà il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, che è tra gli organizzatori dell’evento, con la seguente relazione: “Dalle condanne alle emergenze, passando per i Piani carceri: tra riforme mancate e riforme possibili”. La sessione pomeridiana, “Abitare il carcere tra innovazione architettonica e frontiera digitale”, si svolgerà invece nel Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva in piazza della Minerva, a partire dalle ore 15, e si concluderà con un dibattito conclusivo.
Il tema dell’architettura penitenziaria ottiene oggi una rinnovata attenzione, sia per i disagi aperti dall’emergenza pandemica da Covid, sia per le risorse previste dal Pnrr per l’edilizia penitenziaria. Nel 2021 la commissione per l’architettura penitenziaria, istituita dal ministero della Giustizia e presieduta dall’architetto Luca Zevi, ha individuato primi “format” per la realizzazione di nuovi istituti carcerari. I circa 133 milioni di euro inseriti nel Pnrr per il periodo 2022-2026, tuttavia, sono indirizzati alla costruzione o al miglioramento di
padiglioni e spazi presso le strutture detentive per adulti e minori.
L’orientamento ripropone il consueto, annoso, dibattito circa l’opportunità di edificare nuovi spazi entro carceri esistenti, con il rischio di aggravarne vivibilità e gestione complessiva, e la prospettiva di costruire nuovi edifici. Il mandato del ministero, così come si legge, era quello di individuare e proporre un modello di architettura penitenziaria coerente con l’idea di rieducazione, elaborando contestualmente interventi puntuali di manutenzione sulle strutture esistenti.
Da molti anni la Fondazione Giovanni Michelucci è impegnata sul tema, cercando di declinare criticamente le implicazioni architettoniche ed urbane degli spazi destinati all’esecuzione penale. La ricerca di “format” e “modelli” penitenziari apre un fronte di riflessione importante, legato – secondo la tradizione michelucciana – da un lato al senso della pena e, dall’altro, al rapporto con la città, con la comunità sociale.
Il tema dell’edilizia penitenziaria si agita assieme agli allarmi sociali, sovente sollecitati e declinati dalla ricerca di un consenso politico, e quasi mai viene colto quale elemento centrale di una discussione volta a dare concreta attuazione a quel che resta della riforma penitenziaria. Gli spazi e il tempo della pena danno forma alla quotidianità delle persone, al loro benessere, al trattamento generale, così come al trattamento rieducativo e alla possibilità di aspirare a un autentico reinserimento sociale.
Gli ultimi anni, caratterizzati dalle Sentenze della Cedu, dai lavori degli Stati generali e dalle riforme mancate, dalle nuove spinte al sovraffollamento e da una problematica gestione delle carceri che ha visto il succedersi di episodi di violenza e morte, spingono a riprendere la riflessione cui la Fondazione intende concorrere attivamente.
Il convegno intende promuovere una riflessione sul tema degli spazi della pena nella società dell’innovazione e del digitale. Il rapporto stridente tra la “fissità” del carcere e il dinamismo della società contemporanea è una frontiera che merita di essere indagata, approfondita e valutata.
“Abitare il carcere” intende sviluppare un’analisi critica sull’architettura e sull’edilizia penitenziaria, a partire dagli esiti e dalle effettive ricadute dei piani carceri, dalle proposte mosse dagli Stati generali dell’esecuzione penale, nonché dai lavori della commissione per l’architettura penitenziaria e della commissione per l’innovazione del sistema penitenziario.