“Il centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria, nonostante la disponibilità dell’ente gestore, della Regione e delle associazioni a fare qualcosa, è un luogo di assoluto abbrutimento, in cui non accade nulla, in attesa che scadano i tempi di trattenimento o non avvenga la fatidica espulsione. Chi si sorprende per quanto accaduto non ha idea di cosa sia quel posto”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, dopo aver appreso dei disordini avvenuti nella notte tra il 3 e il 4 ottobre nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria. “Si vuole mantenere quella retrovia della Fortezza Europa nel territorio della Capitale – prosegue Anastasìa – giusto per rappresentare la durezza simbolica della legislazione sull’immigrazione, ma almeno si garantiscano attività e condizioni di trattenimento dignitose”.
Si apprende che, intorno alla mezzanotte, gli ospiti del centro avrebbero lanciato mattoni e pezzi di cemento contro polizia e carabinieri, li avrebbero attesi asserragliati all’interno impugnando le lastre di ferro sfilate dai telai incardinati alle pareti. Altri sarebbero saliti sul tetto e avrebbero tentato di scavalcare la recinzione. Scene di guerriglia e devastazione che hanno danneggiato di nuovo la struttura, ristrutturata recentemente, dopo che nel 2019 gli immigrati diedero fuoco ai materassi e le fiamme si propagarono agli ambienti comuni. La rabbia degli ospiti ha costretto chi gestisce la sicurezza a chiamare rinforzi. Poliziotti e carabinieri circondano l’area e aspettano che gli animi si calmino. Gli immigrati fanno poi un passo indietro.