Lo scorso 8 giugno nel teatro della Casa circondariale di Rebibbia Nuovo complesso è andato in scena “Il Postino”, omaggio a Massimo Troisi, spettacolo teatrale scritto e diretto da Francesca Tricarico e interpretato da Federica, Melanie, Jessica, Priscilla e Raissa, attrici detenute della sezione transgender.
Questo omaggio a Massimo Troisi, a quasi trent’anni dall’uscita del film “Il Postino”, nasce a seguito del lavoro che dal 2013 l’associazione Per Ananke realizza con Le Donne del Muro Alto, progetto teatrale di inclusione sociale e lavorativa ideato e condotto dalla stessa regista dello spettacolo e rivolto a detenute, ex detenute e donne ammesse alle misure alternative alla detenzione. Lo spettacolo, “meravigliosa follia, realizzata grazie al contributo della Regione Lazio”, come ha tenuto a ricordare la stessa Tricarico durante la presentazione, è stata anche un’occasione riflessione sulla particolare condizione detentiva delle donne trans presenti nelle sezioni maschili, poiché non sottoposte a interventi chirurgici di riassegnazione del sesso.
Il protagonista de “Il Postino”, Marco Ruoppolo sogna il cinema, di evadere da una quotidianità fatta di pescatori e pescherecci, e sogna l’amore, proprio come le attrici detenute della sezione transgender di Rebibbia. Vive, sente esplodere dentro di sé milioni di emozioni che non sa esprimere e che solo la poesia riesce a liberare. Mario, inoltre, grazie a Pablo Neruda, scopre che la poesia per rendere la sua vita meno grigia non è lontana, non lo è mai stata, è lì a portata di mano nella sua isola e dentro di lui in ciò che sente. E così anche il carcere con i suoi rumori, con le sue sbarre, con il suo grigiore diviene poesia nel sentire di queste donne a teatro che proprio come Neruda, che nel film porterà sempre con sé l’isola pur essendo stato per lui un periodo di esilio, forse porteranno sempre con loro l’esperienza del carcere e del teatro.