Al CIE il trattenimento affidato alla discrezionalità dei Giudici di Pace

Dopo aver vissuto gli orrori delle guerre e di una traversata del Mediterraneo che appare sempre più una lotteria fra vita e morte, il destino dei migranti giunti nelle ultime settimane in Italia e ospitati nel CIE di Ponte Galeria

 

sembrerebbe  affidato alla discrezionalità dei Giudici di Pace chiamati a valutare la situazione di ognuno e a deciderne la permanenza o meno nella struttura. La nuova denuncia sulle criticità del sistema di gestione dei migranti in Italia arriva dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

Nel corso della visita settimanale al Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria ai collaboratori del Garante è stata riferita la storia dei 30 immigrati sbarcati il 12 agosto sulle coste della Sardegna ed ospitati nella struttura poiché colpiti da un provvedimento  di “respingimento differito”, in base al quale chi entra in Italia privo dei documenti viene, su decisione del Questore, trasferito al CIE per essere identificato ed espulso.

«Un provvedimento – ha detto il Garante – già di per sé discutibile perché non considera che chi sbarca sulle coste italiane arriva da situazioni di disagio che la differenza linguistica rende spesso impossibile comunicare e, in questo modo, si vede negata la possibilità di entrare nei circuiti dell’accoglienza previsti dalle nostre leggi».

Nel caso specifico, la proposta di trattenimento dei migranti approdati sulle coste sarde è stata valutata da due Giudici di Pace. A parità di condizione giuridica, un Giudice avrebbe convalidato il trattenimento nel CIE in attesa dell’espulsione, mentre l’altro no, lasciando di fatto libere le persone di lasciare la struttura, come in effetti avvenuto.

«Quanto accaduto – ha continuato Marroni – induce a chiedersi se sia opportuno che un provvedimento che limita la libertà personale dell’individuo sia attribuito alle competenze di un magistrato onorario e non togato. Credo sia giunto il momento di rivedere la politica di accoglienza dei migranti, coinvolgendo nella discussione l’UE. Tocca alle Istituzioni comunitarie indicare la via per gestire l’emergenza umanitaria: non si può proporre la nostra marina militare e l’operazione Mare Nostrum al Premio Nobel per la Pace, come ha fatto un parlamentare tedesco, ed affermare al contempo che le Agenzie europee, Frontex in testa, sono inadeguate a gestire la situazione. Questa contraddizione va risolta al più presto».