“La nomina della professoressa Marta Cartabia a ministro della Giustizia nel nuovo governo Draghi suscita grandi aspettative nel mondo penitenziario e della esecuzione penale”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasìa. “Sia come giudice e presidente della Corte costituzionale che come persona e studiosa – prosegue Anastasìa – la professoressa Cartabia ha mostrato grande attenzione al sistema penitenziario e alle condizioni materiali di esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale. Confido che possa affrontare con saggezza e determinazione le urgenze più immediate, a partire dalla campagna vaccinale da garantire a tutta la comunità penitenziaria e dalla riapertura di un laboratorio di riforme nel senso della depenalizzazione e della decarcerizzazione che non può più aspettare”.
Come si legge nel sito del ministero della Giustizia, l’ex presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia, alla quale il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affidato l’incarico di dirigere il ministero di via Arenula, è stata la prima donna a essere eletta presidente della Corte Costituzionale ed è la terza donna a ricevere l’incarico dopo Annamaria Cancellieri (governo Letta) e Paola Severino (governo Monti).
Marta Cartabia, nata il 14 maggio del 1963 a San Giorgio su Legnano (comune di seimila abitanti nella città metropolitana di Milano), è il 42esimo ministro della Giustizia della Repubblica italiana. La nuova guardasigilli ha guidato il palazzo della Consulta dal dicembre del 2019 al settembre del 2020, quando è scaduto il suo mandato di nove anni da giudice costituzionale.
Laureata in giurisprudenza, è stata docente di diritto pubblico all’università di Verona e di diritto costituzionale alla ‘Bicocca’ di Milano e ha insegnato in diversi atenei in Francia, Spagna, Germania e negli Stati Uniti. Finito il mandato alla Consulta – dove era stata nominata nel settembre del 2011 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – ha ottenuto la cattedra di Diritto e giustizia costituzionale alla ‘Bocconi’ di Milano. Due mesi fa, le è stato conferito il dottorato honoris causa in Legge dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove ha tenuto una lectio magistralis dal titolo ‘Per l’alto mare aperto: l’università al tempo della grande incertezza’.