L’Assemblea della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, riunita a Roma nell’Aula consiliare G. Fregosi di Palazzo Valentini, ha osservato un minuto di silenzio, in memoria del detenuto di 56 anni che si è tolto la vita stanotte nel carcere di Ferrara. Ad annunciare all’Assemblea il quarantesimo suicidio del 2024 nelle carceri italiane è stato il Portavoce della Conferenza, Samuele Ciambriello.
Dopo i saluti istituzionali del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, il Portavoce del Conferenza, Ciambriello, ha ricordato le criticità del sistema carcerario. “Servono interventi urgenti ed efficaci – ha detto Ciambriello – per contrastare il sovraffollamento e il preoccupante fenomeno dei suicidi. E’ necessario adottare con urgenza misure immediate per rallentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane, causate principalmente dal sovraffollamento, dalla carenza del personale, dall’inefficienza dell’assistenza sanitaria”.
E’ poi intervenuto il presidente nazionale delle Camere penali, Francesco Petrelli, secondo il quale, “la deflazione non sarebbe comunque la soluzione di tutti i mali delle carceri italiane”. “E’ chiaro – ha detto Petrelli – che questo deve essere il momento della rifondazione di una strategia complessiva e quindi di ripensamento dell’intera esecuzione penale e anche della magistratura di sorveglianza”.
Per il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, il sovraffollamento impedisce ogni forma di politica carceraria ispirata a principi costituzionali. “Il suicidio- ha detto Santalucia – è la manifestazione più evidente della intollerabilità di un sistema carcerario costruito in questi termini”. In merito alla costruzione di nuovi edifici penitenziari, Santalucia ha sottolineato che benché il carcere abbia ancora un ruolo da svolgere, ci sono tutta una serie di reati che non dovrebbero impattare sul carcere, grazie al possibile aumento del ventaglio di sanzioni alternative. La liberazione anticipata speciale prevista dalla proposta di legge Giachetti è stata definita da Petrelli e Santalucia un “farmaco salvavita”.
I lavori dell’assemblea sono proseguiti con le comunicazioni dei coordinatori dei forum dei garanti regionali, provinciali e comunali ai quali ha dato risposte puntuali il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo. “Vi vedo più vicini a quella che è la missione del Dipartimento – ha detto Russo in apertura del suo intervento – Ho avuto modo di constatare in questo intero anno uno spirito di costante collaborazione a 360 gradi. Tutte le vostre segnalazioni sono state sempre passate ai miei uffici, perché se ne tenesse conto e perché si rimediasse a quelle che erano delle evidenti segnalazioni di buon senso, di cose che non andavano. Dobbiamo continuare con lo stesso spirito sinceramente costruttivo, perché siamo nella stessa barca e dobbiamo remare nella stessa direzione”.
Alla domanda di Ciambriello se il Gruppo di intervento operativo della Polizia penitenziaria, destinato a sedare le sommosse, avrà un codice identificativo sui caschi o una webcam, il Capo del Dap, Russo, ha risposto che saranno dotati di webcam.
Il Garante nazionale propone una bozza di protocollo d’intesa
Nel pomeriggio, ha partecipato all’assemblea il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore, il quale ha presentato una bozza di protocollo d’intesa tra il collegio da lui presieduto e la Conferenza dei Garanti territoriali. L’ipotesi di procedere in tal senso era stata discussa lo scorso 15 marzo, nel corso dell’incontro svoltosi a Roma tra il Garante nazionale, il Coordinamento della Conferenza e i Garanti regionali.
“Considerata l’opportunità di avvalersi della cooperazione della Conferenza – si legge nella bozza di Protocollo d’intesa -, quale autonoma organizzazione in grado di fornire sia alle amministrazioni interessate sia al Garante nazionale e ai Garanti regionali indicazioni strumentali alle loro rispettive attività e di mantenere un legame con la realtà territoriale”, le parti stabiliscono di svolgere attività comuni e interventi, a titolo esemplificativo, in tema di anagrafe delle persone private della libertà, la raccolta di circolari, l’elaborazione di memorie per audizioni che coinvolgano il Garante nazionale e i Garanti territoriali, l’approfondimento e la trattazione congiunta dei temi relativi alla tutela della salute nei luoghi di privazione della libertà personale.
La bozza di Protocollo d’intesa prevede inoltre la creazione di gruppi di lavoro anche con la partecipazione di altre amministrazioni competenti nei vari ambiti della privazione della libertà, per trattare le diverse questioni di interesse comune e che la Conferenza si renda disponibile, attraverso l’azione dei singoli Garanti territoriali, ad effettuare attività di monitoraggio nei luoghi di privazione della libertà e di studio nei medesimi ambiti, in collaborazione con il Garante nazionale.