Aumentano le temperature e crescono le proteste nelle carceri del Lazio

Le condizioni di detenzione peggiorano in maniera esponenziale a causa del caldo afoso. Luglio di crisi a Viterbo, Rieti, Rebibbia, Velletri e Regina Coeli

“Non si può continuare così: questa estate in carcere è uno stillicidio di morti e proteste. Al Governo chiediamo ancora una volta di adottare misure efficaci per ridurre in tempi brevi il sovraffollamento penitenziario. All’Amministrazione penitenziaria di garantire i minimi vitali nella vita quotidiana in carcere: dall’apertura delle celle di giorno e dei blindi di notte alla distribuzione di frigoriferi e ventilatori, alla moltiplicazione di telefonate e videochiamate”. Così il Garante delle persone detenute della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, impegnato in questi giorni in diversi interventi, a seguito delle proteste della popolazione detenuta.

Come si legge nel dossier dell’associazione Antigone sui primi sei mesi del 2024, presentato lo scorso 23 luglio, “oltre che per l’aumento delle temperature, l’estate è da sempre uno dei momenti più critici e delicati per le persone detenute, perché rallentano le attività, e con esse spesso anche le procedure burocratiche, i volontari entrano meno di frequente”.  Dalle visite effettuate dagli osservatori di Antigone emerge “un quadro desolante rispetto alle condizioni di detenzione di alcuni istituti, le quali peggiorano in maniera esponenziale a causa del caldo afoso”. In tale contesto si collocano le proteste delle persone detenute nelle carceri del Lazio, attenzionate in questo mese di luglio dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e della Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone.

Viterbo, mercoledì 10 luglio, bollino arancione

Bollino arancione a Viterbo, mercoledì 10 luglio, secondo il bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute. La temperatura media è pari a 30 gradi, 35 la massima (fonte: ilmeteo.it). Alcuni detenuti si sono asserragliati, lanciando bombolette a gas, bruciando suppellettili e danneggiando il posto di guardia della polizia, dopo aver appreso del ritrovamento, nella mattina, del corpo di un detenuto senza vita nella terza sezione, la cui causa di morte è all’accertamento dell’autorità inquirente. La seconda sezione viene isolata dalle altre e, dopo l’ingresso della Polizia penitenziaria coadiuvata dai Vigili del fuoco, i detenuti rientrano nelle proprie celle. Secondo quanto appreso dal Garante Anastasìa, il quale si è recato in vista nel carcere venerdì 12 luglio, non ci sarebbe stato alcuno scontro diretto tra agenti e detenuti.

Rieti, mercoledì 24 luglio, bollino arancione

Rieti, martedì 24 luglio è da bollino arancione, la temperatura media è di 32 gradi, la massima 35. E’ il primo di tre giorni in cui all’interno del carcere reatino di Vazia più di 300 detenuti, ovvero otto sezioni del reparto “G”, si sono rifiutati di rientrare nelle celle, rimanendo tutta la notte nei corridoi delle sezioni. I detenuti reclamano lo scarso interessamento della direzione del penitenziario, a loro dire ben lontana dai problemi che li affliggono, e un provvedimento deflattivo del sovraffollamento penitenziario.

Rebibbia Nuovo complesso, venerdì 26 luglio, bollino arancione

“Sono appena uscita da Rebibbia nuovo complesso, dove questa mattina è stato trovato impiccato un giovane uomo, come già successo altre 59 volte da inizio anno. Stava al G12, e quando sono arrivata le persone della sua sezione stavano scendendo nell’atrio e si sono ammassate sulle scale, rifiutando di rientrare nelle stanze per protesta”. Così la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, in un post sul suo profilo Facebook, mentre a Roma c’è il bollino arancione, la temperatura media è di 29 gradi, la massima di 34. “Insieme ad alcuni agenti ho parlato con loro – prosegue Calderone su Fb -, cercando di trovare una mediazione. (…). Mi hanno portato a vedere i bagni con la muffa, pozzetti e frigoriferi che non funzionano, i buchi dai pavimenti da dove escono cimici e blatte, le finestre senza vetri e quelle talmente arrugginite da avere i cardini consumati, stanze in cui mancano stipetti e sgabelli, pensate per quattro persone e in cui vivono in sei, pareti scrostate da infiltrazioni e scarichi dei bagni (le turche, niente water in quella sezione) che non funzionano. Tra gli altri, tutti che mi chiedevano la cortesia di segnarmi il loro nome sul quaderno, ho incontrato: un signore che aspetta da mesi che gli venga inserito uno stent cardiaco, un altro con diabete che ha perso la vista da un occhio e doveva essere operato, un signore di 74 anni che, oltre al resto, non riesce a usare la turca, un uomo cui hanno tolto un rene e che non hanno portato a fare i controlli, un giovane ragazzo che ad agosto diventa padre, ha il fine pena a ottobre e aspetta la risposta del magistrato per sapere se potrà stare con la moglie quando partorirà”.

Regina Coeli e Velletri, domenica 28 luglio da bollino rosso

Il carcere di Regina Coeli visto dal Gianicolo.

Domenica 28 luglio, la stazione meteo di Roma Ciampino rileva una temperatura massima di 37 gradi. Mentre i romani a migliaia si riversano sul litorale o nei centri commerciali per sfuggire all’afa, a Regina Coeli un centinaio di detenuti della terza sezione si rifiuta di rientrare dai cortili passeggio. Secondo alcune sigle sindacali della Polizia penitenziaria, alla base della resistenza ci sarebbero i timori per possibili conseguenze disciplinari a seguito di scontri fisici fra reclusi del giorno precedente.

La situazione della settima sezione della Casa Circondariale Regina Coeli, l’istituto penitenziario del Lazio con il maggiore sovraffollamento (180 per cento sui posti effettivamente disponibili), è emblematica: le celle sono piccolissime ed ospitano due o tre persone su un unico letto a castello; il wc e il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità; le finestre sono più piccole che in altre sezioni e dotate di celosie, il che non consente all’aria di circolare e riduce l’ingresso della luce naturale; in questi spazi così ristretti, le persone trascorrono circa 23 ore al giorno. Antigone riferisce anche che in alcune sezioni dell’istituto manca l’acqua.

Intanto a Velletri i detenuti del reparto ‘D’ dell’istituto – quello nuovo – occupano i posti di sorveglianza dei diversi piani danno fuoco a suppellettili, anche con l’esplosione di bombolette del gas da campeggio usate per la cottura dei cibi. Per far rientrare la situazione viene richiamato anche il personale libero dal servizio, oltre ad altre unità in ambito regionale. A nulla vale il tentativo di mediazione del Garante Anastasìa, accorso sul posto insieme con la Presidente del Tribunale di sorveglianza e uno dei due magistrati competenti sull’Istituto.  In serata la polizia penitenziaria, coadiuvata dai vigili del fuoco, mette in sicurezza uno dopo l’altro i quattro piani della struttura che registra ingenti danni. Nessuna conseguenza sulle persone.

Rebibbia Nuovo complesso, lunedì 29 luglio, bollino arancione 

Lunedì 29 luglio, l’anticiclone Caronte infuoca l’Italia,  la stazione meteo dell’Aeronautica militare di Roma Urbe rileva una temperatura di 39 gradi alle ore 14, quando il Garante Anastasia in uscita dall’istituto dopo colloqui in 41bis e in alta sicurezza viene raggiunto dalla notizia che i detenuti del G11 non intendono rientrare dal cortile dell’aria: chiedono di incontrare la Presidente del Tribunale di sorveglianza e i Garanti. In una riunione della direzione con rappresentanti di tutte le sezioni dell’istituto si decide che i detenuti scriveranno le loro richieste e che ne discuteranno con i Garanti e la Presidente del Tribunale di sorveglianza nei prossimi giorni.