“Come a Regina Coeli, anche nella Casa circondariale di Frosinone c’è una sezione, la sesta, con ogni evidenza inagibile ma dove continuano ad essere alloggiati i detenuti, completamente priva di energia elettrica. Nel corridoio mancano i vetri alle finestre e sono già state chiuse 11 stanze, perché manca anche l’acqua, ma ne restano ancora 14, nelle quali i detenuti restano al buio dal tramonto all’alba”. E’ quanto riferisce il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, al termine della visita alla Casa circondariale di Frosinone, dove oggi sono presenti 604 detenuti, con un tasso di affollamento pari al 125 per cento sui 484 posti effettivamente disponibili.
“Oltre alla cronicità del sovraffollamento – prosegue Anastasìa – il carcere di Frosinone soffre di un’altra grave criticità: su 268 ingressi nel primo semestre dell’anno, ben 150 detenuti, quasi i due terzi del totale, sono stati trasferiti da altri istituti, per ragioni di ‘ordine e sicurezza’, una sanzione disciplinare di fatto, che rende di difficile gestione intere sezioni dell’istituto. Comunque, a fronte delle difficoltà che abbiamo potuto constatare durante la nostra visita, dobbiamo prendere atto del grande impegno della direzione, dell’area educativa e del personale della polizia penitenziaria: un impegno – conclude Anastasìa- che meriterebbe un maggiore sostegno da parte del Provveditorato e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.