Chiusi quattro settori del Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, liberati 28 trattenuti. Anastasìa (Garante Lazio): “Grazie all’azione congiunta di enti e istituzioni diverse, sanate le criticità più gravi, ma molto resta ancora da fare”.
Dichiarazione di Stefano Anastasìa, Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio.
“Dopo i sopralluoghi del mio ufficio e dei consiglieri regionali Bonafoni e Capriccioli, ieri pomeriggio il Garante nazionale ha incontrato la Prefetta di Roma e in serata ventotto delle ottantacinque persone trattenute nel settore maschile del Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria sono state liberate.
Da qualche giorno gran parte del settore maschile del Centro versava in condizioni inadeguate alla ospitalità dei trattenuti, considerato che la protesta di venerdì scorso ne aveva reso sostanzialmente inagibile almeno quattro reparti. Gran parte degli ospiti, anche sotto le forti piogge dei giorni scorsi sono stati costretti a dormire all’aperto. Grazie all’azione congiunta di enti e istituzioni diverse, a partire dalla Clinica legale sull’immigrazione dell’Università di Roma Tre, che per prima ha ricevuto la denuncia dei trattenuti e me la ha segnalata, è stato possibile affrontare le criticità più gravi, ma ancora molto resta da fare, in modo particolare sulle cause della protesta, a partire dalla sostanziale impossibilità di comunicare con l’esterno da parte degli ospiti del Centro, cui viene vietato ingiustificatamente l’uso di telefoni personali. Già a luglio avevo fatto presente la cosa alla Prefetta, segnalandole le tensioni che un simile regime stava alimentando all’interno del Centro. Non posso, quindi, che rinnovare il mio auspicio che questo divieto sia rapidamente superato. D’altro canto, devo dare atto al Direttore generale della Asl Roma 3 di aver provveduto celermente alla riattivazione della collaborazione con il Centro che gli avevo sollecitato a seguito della visita di luglio”.