“Con questo protocollo d’intesa, stipulato con la più grande università italiana, si completa la rete delle università pubbliche del nostro territorio con le quali da tempo abbiamo stipulato analoghi accordi, per garantire l’istruzione universitaria all’interno degli istituti penitenziari”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, dopo aver sottoscritto con il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, Abruzzo Molise, Carmelo Cantone, e la Rettrice dell’Università di Roma Sapienza, Antonella Polimeni, un protocollo d’intesa, volto a garantire il funzionamento del “Polo universitario penitenziario” dell’Università Roma Sapienza (Pup-Sapienza).
“Lo studio universitario in carcere – prosegue Anastasìa – è supportato da una plurarità di interventi, come le esenzioni dalle tasse scolastiche regionali, la fornitura dei libri di testo e dei materiali necessari allo studio e il sostegno all’attività di tutorato. L’istruzione universitaria è un passaggio molto importante per le persone detenute che riescono ad arrivarvi e che spesso ci arrivano al termine di cicli scolastici partendo dal totale analfabetismo. Per chi ha lunghe pene da scontare è un’occasione straordinaria di rielaborazione della propria esperienza e per tanti che hanno dovuto interrompere il proprio percorso di studi è un’importante possibilità per riprenderli. E’ un pezzo fondamentale di quella che in gergo penitenziario viene chiamata l’offerta trattamentale, derivante dall’articolo 27 della Costituzione che consiste innanzitutto nella capacità di offrire alle persone in carcere l’opportunità di costruirsi una vita diversa: con il protocollo che abbiamo firmiamo oggi – conclude Anastasìa – diamo sostegno a questa opportunità”.
“Lo studio è una straordinaria opportunità per le persone detenute – ha dichiarato la rettrice Antonella Polimeni – ma spesso ci si si arriva con difficoltà, a volte al termine di un lungo percorso, che porta le persone a completare in detenzione interi cicli di istruzione. Sapienza sta potenziando i suoi sforzi per stare vicino a questi studenti, per seguire le loro carriere universitarie. Il Protocollo di oggi, oltre a essere il primo importante atto di collaborazione interistituzionale del neonato Polo penitenziario universitario Sapienza, è un importante passo in tale direzione”.
L’accordo sottoscritto oggi con l’Università Roma Sapienza completa il quadro dei protocolli d’intesa stipulati dal Garante con gli atenei pubblici del Lazio con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (Prap). Complessivamente, nello scorso anno accademico risultavano iscritte 121 persone detenute alle università del Lazio. All’offerta universitaria contribuiscono da tempo, in forza di analoghi protocolli d’intesa, l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, l’Università degli studi di Roma Tre, l’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale, l’Università della Tuscia.
L’accordo sottoscritto oggi prevede che Sapienza si impegni ad agevolare il compimento degli studi universitari delle persone detenute. L’immatricolazione e l’iscrizione a corsi di studio attivati da Sapienza avverranno secondo le norme contenute nello Statuto, nei Regolamenti dell’Università e nei rispettivi bandi di ammissione, ma è prevista la possibilità di richiedere l’esonero dalla prova d’ingresso, laddove prevista. Gli studenti e le studentesse afferenti al Pup-Sapienza sono esenti dal pagamento delle tasse universitarie e pagano un contributo di importo fisso fissato annualmente. Al Garante dei detenuti il protocollo d’intesa attribuisce la funzione di raccordo tra le parti e i detenuti iscritti, assicurando l’esenzione dal pagamento della tassa regionale, nonché l’acquisto di libri e di altri strumenti indispensabili allo studio e il proprio supporto agli studenti detenuti nelle procedure di immatricolazione, iscrizione, nonché nelle altre pratiche riguardanti la carriera scolastica. Al Garante spetta altresì il la funzione di coordinamento con la Regione Lazio e con DiSCo – Ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza – affinché assicurino, nell’ambito delle rispettive competenze, il proprio sostegno per fornire agli studenti detenuti gli strumenti indispensabili allo studio e con la Regione Lazio al fine di individuare possibili fondi regionali per il finanziamento delle iniziative.
Nel protocollo d’intesa si prevede, tra l’altro, che i docenti delle singole materie incontrino, anche in modalità telematica, gli studenti e le studentesse detenuti non meno di tre volte prima dell’esame, l’individuazione di tutor, tra gli studenti e le studentesse universitari non detenuti, con il compito di fornire supporto nelle varie fasi del percorso di studio. Dal canto suo, l’amministrazione penitenziaria s’impegna: a fornire gli spazi didattici necessari all’interno degli istituti penitenziari; a favorire, ove possibile, l’utilizzo dell’insegnamento a distanza e l’assegnazione dei detenuti studenti in camere e reparti adeguati allo svolgimento dello studio, rendendo inoltre disponibili appositi locali comuni; ad agevolare l’ingresso negli istituti penitenziari dei docenti incaricati di svolgere attività di tutorato o impegnati nelle prove d’esame; favorire l’accesso ai canali di informazione bibliografica, di elaborazione e calcolo utili ai fini della tesi di laurea.