“Sono particolarmente contenta oggi di essere qui con voi perché mi sta molto a cuore il tema dei maltrattanti, su cui stiamo aspettando le linee di indirizzo del Dipartimento pari opportunità. Per quanto riguarda la nostra attività abbiamo in corso degli interventi, che però secondo me non sono sufficienti, quindi mi vorrei prendere l’impegno, anche con l’aiuto di tutti voi, di proporci nel 2020-21 di essere più stringenti su questo tema”. Così l’assessora alle Pari opportunità della Regione Lazio, Giovanna Pugliese, intervenendo alla conferenza conclusiva del progetto Conscious.
“Mi auguro che questo sia un inizio- continua l’assessora- perché noi il prossimo anno vorremmo che il tema dei maltrattanti venisse affrontato dalla Regione Lazio in modo molto più forte, incisivo e puntuale, per fare in modo che possiamo avere degli interventi di qualità sul percorso di costruzione di una società diversa, libera dalla violenza sulle donne”. Tuttavia, sottolinea Pugliese, “dobbiamo evitare di reintrodurre sottobanco l’approccio della mediazione dei conflitti. L’attenzione primaria- avverte- deve essere data alle vittime della violenza, per aumentare la prevenzione e l’empowerment. La violenza maschile esiste perché c’è un’impostazione culturale che non ha introiettato l’idea di parità: su quello dobbiamo lavorare. L’80 per cento degli uomini maltrattanti è recidivo- ricorda Pugliese- Mi rendo conto che si tratta di un crinale complesso e difficile da gestire e capisco la posizione dura di tante associazioni femministe, che non prendono in considerazione i sex offender. Negli ultimi anni c’è stata una crescita dei centri per maltrattanti, senza però mettere a sistema tutte queste strutture, al contrario delle iniziative che riguardano le donne sopravvissute alla violenza. È un mondo senza protocolli, siamo in forte ritardo”.
Conclude l’assessora: “Mi auguro che riusciremo a realizzare una rete di centri per maltrattanti, che riesca a riempire la ‘P’ di prevenzione della Convenzione di Istanbul e ad aiutare chi è in difficoltà, perché a volte la violenza viene agita da chi ha già subito violenza. Con questo non voglio assolutamente giustificare nessuna azione dei maltrattanti, ma bisogna creare strutture che facciano iniziative serie per la costruzione di una rete intersistemica e per la prevenzione della recidiva. E in questo senso il progetto Conscious mi pare interessante, anche rispetto al percorso di formazione per agire sui maltrattanti”.