La Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario lo scorso 23 dicembre ha consegnato alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, la relazione finale predisposta al termine dei lavori che si sono tenuti, come previsto, nell’ultimo trimestre del 2021.
Istituita con decreto ministeriale del 13 settembre 2021 e presieduta da Marco Ruotolo, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Roma tre, la Commissione aveva avuto il compito di individuare possibili interventi concreti per migliorare la qualità della vita all’interno degli istituti penitenziari, perché sia sempre più conforme ai principi costituzionali e agli standard internazionali.
Le proposte della commissione si sono concretizzate, oltre che in ipotesi di modifiche in forma di articolato, anche in otto linee guida per la rimodulazione dei programmi di formazione del personale e 35 azioni amministrative da applicare perché producano, come richiesto, consistenti miglioramenti della vita penitenziaria durante l’esecuzione penale.
La guardasigilli, salutando i membri della commissione al termine dei lavori, si è impegnata a fare le sue valutazioni rispetto alle proposte di intervento avanzate, come avvenuto per le altre commissioni ministeriali, ha anticipato l’intenzione di concentrarsi da gennaio sull’attuazione di quei provvedimenti che possano contribuire, in modo concreto, al miglioramento delle condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari.
Tra le proposte elaborate dalla commissione, compare la possibilità per lo straniero di accedere dalla detenzione alle procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno e per chiedere la protezione internazionale, pratica che oggi in non pochi istituti è vietata così aprendo la porta a espulsioni ingiustificate. Viene proposta la modifica della legge Bossi Fini nel senso che l’espulsione non dovrebbe essere mai disposta quando va a pregiudicare i risultati del percorso di reinserimento sociale del condannato. La commissione raccomanda l’installazione dei totem in ogni istituto per tutte le richieste dei detenuti, così da superare la domandina cartacea. Si prevede altresì la possibilità di allargare la possibilità di effettuare telefonate e videochiamate, nonché l’uso dei computer nelle celle e viene proposta una norma che apre all’affidamento in prova per i condannati con infermità psichica.
Il testo integrale della relazione è scaricabile dal sito del ministero della Giustizia.