“Assicurare misure di prevenzione in carcere e adottare tutte quelle che saranno necessarie alla tutela della salute dei detenuti”. Queste le dichiarazioni del Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, che ha anche annunciato una licenza di quindici giorni per tutti i detenuti in semilibertà disposta dal Tribunale di sorveglianza. Una misura considerata necessaria per evitare contagi da coronavirus nei penitenziari, in una condizione di sovraffollamento dove è spesso impossibile tenere la distanza raccomandata di almeno un metro.
Preoccupazioni che hanno portato alcuni detenuti del carcere di Rebibbia a compilare un modulo per chiedere al magistrato di sorveglianza di poter andare a scontare la pena ai domiciliari. Richieste che arrivano dopo giorni segnati da un clima di forte tensione nel carcere romano, così come in molti altri penitenziari italiani, per il blocco dei colloqui dei detenuti con i familiari per evitare il rischio di contagio da coronavirus.
I vertici di Rebibbia hanno deciso di consegnare le domande stabilendo un unico requisito: le richieste possono essere fatte solo da chi deve scontare una pena inferiore ai 15 mesi.
“In questo momento così delicato – ha sottolineato il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio – serve il massimo sforzo di coordinamento tra le istituzioni e gli operatori sul campo per riportare serenità nel mondo penitenziario e assicurare le misure necessarie alla prevenzione della diffusione del coronavirus in carcere”.
“Intanto, il Tribunale di sorveglianza – ha ricordato Stefano Anastasìa – ha disposto una licenza di quindici giorni per tutti i detenuti in semilibertà, che quindi non avranno più necessità di rientrare in carcere la sera. La Presidente Vertaldi, inoltre, ha chiesto a tutti gli Istituti penitenziari di monitorare i detenuti con età superiori ai 65 anni che presentino patologie in corso di tipo respiratorio o cardiologico”.
Adesso il Tribunale di sorveglianza dovrà valutare le istanze dei detenuti di Rebibbia. Se fossero accettate, come scrive Repubblica, permetterebbero di allentare un po’ la tensione: Rebibbia Nuovo Complesso si alleggerirebbe di un centinaio di persone (nella struttura al 29 di febbraio erano presenti 1.637 persone a fronte del 1.068 posti disponibili). Meglio ancora al femminile: uscirebbero un’ottantina di donne (i posti sono 268 e le detenute 385).
Oltre alla licenza ai detenuti in semilibertà sono in arrivo anche le mascherine e l’installazione delle attrezzature per i videocolloqui. “L’Amministrazione penitenziaria – ha affermato il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio – sta provvedendo ad attrezzare gli istituti alla effettuazione dei videocolloqui e delle telefonate supplementari raccomandate dal decreto-legge di domenica scorsa in sostituzione dei colloqui in presenza, che restano sospesi fino al prossimo 22 marzo, e sono in corso di distribuzione le mascherine che dovrebbero proteggere i detenuti dal contagio proveniente dai contatti con l’esterno”.
“Certamente non tutti i problemi presenti e prossimi saranno così risolti – ha concluso il Garante Stefano Anastasìa – ma questi sono segnali di attenzione alla difficile condizione dei detenuti di tutte le istituzioni coinvolte. Speriamo che questo possa contribuire a rasserenare gli animi e consentire di adottare le ulteriori misure che saranno necessarie alla tutela della salute dei detenuti”.