di Stefano Anastasìa
Cosimo Rega ci ha lasciato, con la discrezione e l’eleganza a cui ci aveva abituato. Non so più da quanti anni ci conoscevamo, per quanti anni ho avuto sue notizie dalla carissima Gelsomina e da quanti abbiamo potuto vederci fuori da Rebibbia. Ricordo l’incontro a Rebibbia all’indomani della sua ultima notte di branda, quando un ritardo nel rinnovo delle licenze straordinarie ai semiliberi aveva costretto lui e i suoi compagni di nuovo in carcere, in attesa delle decisioni del Tribunale di sorveglianza.
Da pochi mesi era finalmente libero, dopo anni spesi a testimoniare, nelle scuole, con il teatro, che una persona non è la sua condanna, anche se quei fatti che l’hanno portata a passare gran parte della sua vita in carcere non potranno mai essere cancellati dalla sua storia.
Cosimo ci lascia un esempio di impegno, di memoria e di riscatto che spetta a noi proseguire e tramandare.