In occasione della Festa della mamma, domenica 14 maggio a Rebibbia femminile si è recata una delegazione composta dalla Garante delle persone private della libertà, Valentina Calderone, dal Garante regionale, Stefano Anastasìa, da alcune consigliere e consiglieri comunali. Presente anche la senatrice Cecilia D’Elia.
Come si legge nel sito della Società della ragione, “la campagna ‘Madri fuori’ parte dalla impellente necessità che le madri, insieme ai loro ‘bambini dietro le sbarre’, trovino prima possibile una soluzione di esecuzione penale esterna, dopo l’affossamento della proposta di legge alla Camera. Al 30 aprile di quest’anno sono 20 le madri detenute – con 22 figli al seguito – sulle 2480 donne in carcere, che a loro volta rappresentano il 4,4% della popolazione detenuta italiana (56.674)”. La Socetà della ragione ha lanciato anche un appello rivolto alle forze politiche.
“L’azione di sensibilizzazione – proseguono gli organizzatori della campagna – vuole però anche affrontare in modo più ampio e profondo il tema della dignità e i diritti delle donne detenute, contro le iniziative legislative che vorrebbero togliere la responsabilità genitoriale alle donne condannate in via definitiva in quanto ‘madri indegne’ o ‘madri degeneri’. Il testo ha ricevuto l’adesione da parte di quasi 500 esponenti della società civile e cittadini, ma anche amministratori locali, parlamentari e consiglieri regionali e sostenuto da oltre 50 realtà associative attive nel volontariato penitenziario e nell’advocacy sulle questioni del carcere e della giustizia”.