Un detenuto di 67 anni, cardiopatico e diabetico, è morto nella Casa di reclusione di Rebibbia a Roma, “dopo una notte di sofferenze odontoiatriche. L’inchiesta della procura dirà della tempestività dei soccorsi e dell’assistenza prestata”. Lo dichiara il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, che riferisce anche come alla morte del detenuto sia seguita “una civile protesta dei detenuti della casa di reclusione, di quelle che qualcuno vorrebbe rendere punibili con altri anni di carcere”.
Secondo Anastasìa, la realtà è che “tra i detenuti si palpa con mano la paura di morire dietro le sbarre e a questa paura bisogna dare risposte, sicuramente qualificando l’assistenza sanitaria in carcere ma anche riscoprendo l’incompatibilità con la detenzione delle malattie gravi che non possono essere adeguatamente curate in carcere e rinunciando all’ossessione di risolvere tutto mettendo la gente in galera”. Il Garante Anastasia e la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, si sono impegnati a tenere un incontro con i dirigenti della Asl per verificare lo stato dei servizi sanitari interni all’istituto.
Detenuto morto a Rebibbia, protesta reclusi per assistenza
Anastasìa: "In carcere si ha paura di morire dietro le sbarre"