Dossier di Antigone: “Il sistema della giustizia minorile è in crisi”

Anastasìa: "Se l'offerta è una cella chiusa, senza prospettive, quello che si ottiene è il caos, la protesta"
L'intervento del Garante Anastasìa, alla presentazione del rapporto di Antigone, nella sede dell'Associazione stampa romana.

“Nella narrazione dominante da parte da parte del governo c’è la rappresentazione di una guerra tra guardie e ladri, e i ladri naturalmente non possono fare altro che i ladri, e quindi non hanno alcuna prospettiva reale di recupero e reinserimento. Questa rappresentazione si riproduce negli istituti di pena in un clima di conflittualità che esplode continuamente”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, nel corso della presentazione del dossier dell’associazione Antigone “A un anno dal decreto Caivano”, sull’emergenza negli istituti penali per minorenni, alla quale ha partecipato anche la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone.

“Negli istituti della regione Lazio di cui mi occupo istituzionalmente – ha proseguito Anastasìa  a proposito degli istituti per minori e di quelli per adulti – c’è una protesta a settimana, talvolta due, durante l’estate passata anche di più. Bisogna dire che di fronte all’assenza di prospettive, di offerta formativa, di fiducia, si ottiene quello che si dà: se si offre una cella chiusa, quello che si ottiene è il caos, la protesta. E quello che vediamo raccontato in questo report sugli istituti penali per minori corrisponde esattamente a questo preciso esito di una idea della devianza come un fatto di persone che sono segnate da una macchia e che devono essere rimesse in riga con ordine e disciplina”.

“Un anno fa – ha spiegato Susanna Marietti, coordinatrice nazionale e responsabile dell’osservatorio sulle carceri minorili dell’associazione Antigone – il governo approvò il decreto Caivano e, a 365 giorni di distanza, si possono vedere tutti i risultati negativi di un provvedimento che – e lo avevamo già detto a suo tempo – sta trasformando drasticamente il sistema della giustizia minorile, allontanandolo da quel modello che aveva attirato le attenzioni dell’Europa, spostandolo verso un modello criminalizzante, carcerocentrico e purtroppo privo di prospettive, come è troppo spesso già la detenzione per gli adulti in Italia”.

Il dossier di Antigone sugli Ipm

Secondo il dossier di Antigone, al 15 settembre erano 569 i ragazzi reclusi negli Istituti penali minorili, il numero più alto mai fatto registrare. Dall’insediamento dell’attuale governo nell’ottobre 2022, le presenze nelle carceri minorili sono aumentate di quasi il 50%. Così come il numero più alto mai registrato è quello degli ingressi nelle carceri minorili, ben 889 fino a questo punto dell’anno.

I posti in Ipm sono 516 e il tasso di affollamento medio è dunque pari al 110%: dei 17 IPM presenti sul territorio, ben 12 ospitano più persone di quelle che dovrebbero. Nei 5 Istituti attualmente non sovraffollati, si registra comunque una situazione assai precaria, essendo tutti al limite della capienza. Per far fronte al sovraffollamento sono state aggiunte brandine da campeggio e in alcuni casi anche materassi per terra.

La presenza negli Ipm oggi è fatta soprattutto di ragazzi e ragazze minorenni che rappresentano il 61% del totale dei reclusi. Un trend invertito rispetto a poco tempo fa, quando ad essere in maggioranza erano i giovani adulti (ragazzi fino a 25 anni che erano entrati nel sistema della giustizia minorile da minorenni). ll DL Caivano ha infatti reso più facile il trasferimento dei ragazzi che hanno compiuto la maggiore età a un carcere per adulti, misura troppo spesso applicata per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche, ma che va a interrompere un percorso educativo magari risalente e rende ben più difficile la reintegrazione sociale del giovane.

“I numeri – ha concluso  Susanna Marietti – crescono proprio per effetto del Decreto Caivano, approvato per rispondere ad una presunta emergenza criminalità minorile che i dati ci dicono non esistere. Nel 2023, infatti, i ragazzi denunciati e/o arrestati sono diminuiti del 4,15% rispetto al medesimo dato raccolto nel 2022, permanendo ad un livello che già in passato era stato registrato, senza che questo avesse portato a stravolgere il sistema della giustizia minorile creando una situazione di malessere generalizzato. Proprio questo malessere è sfociato in numerosi atti di protesta che hanno coinvolto la quasi totalità degli istituti minorili presenti in Italia. Proteste che dovrebbero portare ad ascoltare questi ragazzi, capire cosa hanno da dire, mentre il messaggio implicito che arriva sembra essere quello del teneteli voi, neutralizzateli, senza preoccuparsi del loro futuro e del loro recupero sociale”.

Il dossier di Antigone sugli Ipm