La formazione professionale, come strumento volto al reinserimento dei detenuti, è ormai un concetto insito in ambito penitenziario. La riforma penitenziaria del 1975 annovera il lavoro e l’istruzione tra gli elementi del trattamento (art. 15 O.P.) in virtù della funzione rieducativa della pena (art. 27 Cost.); l’organizzazione e la partecipazione dei detenuti ai corsi di formazione professionale sono disciplinate dagli artt. 42, 45 e 46 del Regolamento di Esecuzione sull’Ordinamento Penitenziario.
Il progetto “Piano strategico per l’empowerment della popolazione detenuta” nell’ambito del POR-FSE 2014-20 della Regione Lazio, è nato con il dichiarato obiettivo di favorire lo sviluppo personale e professionale dei detenuti partecipanti e di facilitarne così il reinserimento in società e nel mercato del lavoro, ovvero nell’ottica di una formazione professionale integrata.
In particolare, il progetto ha visto tra gli interventi la realizzazione di corsi professionalizzanti e l’avvio nei mesi successivi di attività di tirocinio retribuite per i partecipanti e ha avuto come scopo principale quello di implementare e sviluppare percorsi che siano connessi all’apprendimento di competenze spendibili nel mondo del lavoro e pertanto finalizzati all’effettivo inserimento lavorativo.
Nell’ambito delle azioni di accompagnamento e di sistema, previste dal piano di lavoro del progetto, la Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo studio ha inteso avvalersi delle competenze istituzionali e specialistiche del Garante al quale sono state affidate le seguenti attività (POR FSE 2014/2020 Progetto “Coordinamento e monitoraggio degli interventi di sostegno alla qualificazione e all’occupabilità delle risorse umane: sostegno all’inclusione socio-lavorativa delle persone detenute” – Det. n. G06739 del 25/05/2018):
- coordinamento congiunto con l’Autorità di Gestione riguardo alla programmazione e al monitoraggio del Piano;
- organizzazione in raccordo con l’Autorità di Gestione di tavoli tecnici e tematici che siano luoghi di confronto e analisi delle tematiche, nonché di accompagnamento e indirizzo per la costruzione di policy strutturate;
- monitoraggio in itinere del Piano al fine di verificare in maniera costante l’andamento del Piano e di sue eventuali esigenze di riordinamento e/o riprogrammazione.
Come primo elemento si sottolinea che per i diversi istituti questo progetto rappresenta un’assoluta novità che rende necessario un impegno difforme rispetto alle ordinarie procedure consolidate nella gestione delle attività trattamentali.
Il programma operativo del progetto ha visto la realizzazione di 16 corsi di formazione professionale ripartiti in 12 Istituti di Pena, di durata compresa tra 200 e 300 ore di attività didattica e di successivi tirocini lavorativi retribuiti (la cui durata prevista è compresa tra due e sei mesi) per i partecipanti che hanno conseguito la qualifica professionale a seguito della frequenza ai corsi e del superamento dell’esame finale. Complessivamente i posti disponibili previsti erano 262.
La possibilità di iscriversi ai corsi prevedeva il possesso alcuni requisiti per i potenziali partecipanti riguardanti alcune caratteristiche socio-demografiche (in particolare un età inferiore ai 65 anni), la non titolarità di prestazioni pensionistiche, la posizione giuridica e trattamentale (avere un condanna definitiva e appartenere al circuito della media sicurezza, non avere altre condizioni ostative per poter accedere a benefici penitenziari) la durata della pena residua (maggiore di uno e inferiore ai tre anni con qualche variazione relativa a condizioni detentive particolari, quali sex offenders o case di reclusione).
L’articolazione dei contenuti dei corsi è stata progettata prevedendo anche l’implementazione di alcuni poli formativi territoriali in modo di dare la possibilità ai detenuti di tutti gli istituti di pena della Regione di scegliere tra un più ampio spettro di tematiche e percorsi professionalizzanti di loro interesse. Per i detenuti in possesso dei requisiti necessari che avessero voluto partecipare a corsi che si tenevano in un istituto diverso da quelle in cui erano assegnati è stata prevista la possibilità di chiedere e ottenere il trasferimento per l’intera durata del corso.
Complessivamente gli iscritti ai corsi sono stati circa 300 e i partecipanti effettivi circa 220. In nessuno dei corsi proposti e programmati si è verificata una scarsità di domande rispetto ai posti disponibili e, anzi, in molti casi, si è dovuto procedere a una selezione piuttosto stringente per contenere il numero effettivo dei partecipanti ai corsi e, quando ciò non è bastato, si è provveduto ad ammettere ulteriori partecipanti in qualità di uditori. Il monte ore complessivo dei 16 corsi è stato pari a 4.400.
I 16 corsi in programma hanno iniziato e terminato la fase didattica e si è avviata la seconda fase basata su i tirocini lavorativi. Il numero complessivo dei corsisti che accederanno alla fase di messa in pratica delle conoscenze acquisite presso aziende private, è di circa 200 detenuti.
L’obiettivo futuro sarà quello di rendere permanente l’offerta di formazione professionale e accompagnamento all’inserimento professionale dei detenuti giunti in prossimità del fine pena.