“Con amarezza e grande preoccupazione, il Portavoce e il Direttivo della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali si trovano a constatare, ancora una volta, la sostanziale indifferenza della politica rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, rispetto al peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle carceri italiane che, lungi dal consentire ‘quell’inveramento del volto costituzionale della pena’, continuano a tradire i basilari principi costituzionali, europei e internazionali, su cui regge lo Stato di diritto e a umiliare, quotidianamente, la dignità umana delle persone ristrette”. E’ quanto si legge nel documento “Indignarsi non basta più”, sottoscritto dal Portavoce, Samuele Ciambriello, e dal Direttivo della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà.
“Nell’inerzia delle Istituzioni – prosegue il documento-, si sta allungano l’elenco delle persone detenute che, da gennaio 2024 ad oggi, si sono tolte la vita: ad oggi, sono 34 le persone detenute suicide (l’ultima, un giovane di 32 anni, che in data 4 maggio u.s., si è tolto la vita nella casa circondariale di Siracusa), a cui è doveroso aggiungere il numero dei quattro agenti di polizia penitenziaria che, nello stesso arco di tempo, pure hanno deciso di darsi la morte”.
Dopo un excursus dei problemi noti del sistema carcerario, il Portavoce e il Direttivo della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale avanzano alcune proposte, “per contrastare, nell’immediatezza, il sovraffollamento e migliorare le condizioni delle carceri italiane, in nome della tutela della dignità umana”.
Innanzitutto, si ritiene doveroso procedere celermente alla discussione e all’approvazione parlamentare di misure immediatamente deflattive del sovraffollamento, e facilmente applicabili, partendo dall’unica posposta, al vaglio della Commissione Giustizia della Camera dei deputati (AC 552), con cui si intende modificare l’istituto della liberazione anticipata, nei termini, grossomodo già sperimentati nel 2013, in conseguenza della condanna da parte della CEDU nel caso Torreggiani contro Italia. Inoltre i Garanti territoriali auspicano che si intervenga e urgentemente per migliorare le condizioni detentive attuali; che sia attenuata l’applicazione della circolare n. 3693/6143 del 18 luglio 2022, sul riordino del circuito di media sicurezza, in ragione delle reali condizioni della comunità penitenziaria; si intervenga per rendere praticabile il diritto all’affettività in carcere, visto che ancora, né in via amministrativa né in via legislativa ,si è inteso prendere posizione rispetto alla sentenza auto-applicativa della Corte costituzionale n. 10 del 2024 in tema di tutela del diritto all’affettività delle persone detenute e del diritto a colloqui riservati e intimi (senza controllo visivo).
“Serve praticare l’impegno e tradurlo in soluzioni giuridiche immediate per ridare a più di 60 mila persone speranza e dignità, quelle che, oggi, l’inerzia del Legislatore sta svilendo”, concludono Portavoce e Direttivo della Conferenza dei Garanti territoriali.
“Solo così si legge infine nel documento-, come Papa Francesco ha recentemente auspicato, ‘il carcere può diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è messa in isolamento, ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità’. È ora il tempo di agire, nella speranza che, questo ora, non sia già troppo tardi”.