Rispetto al 30 novembre il numero dei detenuti presenti a fine anno negli Istituti di pena dal Lazio è cresciuto di sei unità, passando da 5.810 a 5.816, con un tasso di affollamento sui posti effettivamente disponibili del 123 per cento. I casi Covid passano dai 41 rilevati al primo dicembre ai 67 del 30 dicembre. a Regina Coeli si era sviluppato un focolaio con 47 casi. Nei giorni successivi si è registrato un nuovo focolaio a Rebibbia che ha coinvolto circa venti detenuti. Nell’ospedale di Rieti, dopo due settimane di ricovero, è morto un detenuto di 66 anni, affetto da Covid: il primo nel 2021, il primo dall’inizio della pandemia nel Lazio, il tredicesimo (in Italia) di questa seconda ondata.
Se dal punto di vista delle presenze la situazione è sostanzialmente immutata, sembrerebbe, in base alle schede di trasparenza dei singoli istituti recentemente aggiornate dal ministero di Giustizia, che sia cresciuta la disponibilità effettiva di posti rispetto ai mesi precedenti: erano 4.565 nella precedente rilevazione mentre alla data del 4 gennaio risultano 4.730.
La situazione rimane comunque estremamente critica e preoccupante e non sembra essere sostanzialmente cambiata, nonostante l’entrata in vigore il 28 ottobre del decreto-legge 137/2020 (il cd. “decreto Ristori”), contenente licenze premio straordinarie per i semiliberi, durata straordinaria dei permessi per i lavoranti all’esterno e il rinnovo di misure per incentivare la detenzione domiciliare dei detenuti a fine pena.
A fine dicembre il tasso di affollamento complessivo negli istituti di pena del Lazio calcolato sulla base della capienza regolamentare dichiarata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sarebbe del 113% mentre in tutta Italia, dove, peraltro, si è registrata una riduzione del numero di detenuti tra novembre e dicembre da 54.368 a 53.364, è del 106%.
Va inoltre considerato che rispetto ai dati delle capienze “regolamentari” e nonostante i lievi miglioramenti riportati nelle schede di trasparenza, in parecchi istituti di pena della nostra regione i posti effettivamente disponibili sono decisamente più ridotti a causa dello stato di degrado di alcuni reparti, di lavori di ristrutturazione e di adeguamento degli edifici in corso e di altre misure di sicurezza.
Analizzando la situazione dei singoli istituti sulla base delle valutazioni delle schede di trasparenza disponibili sul sito del ministero della Giustizia, il tasso di affollamento complessivo del Lazio sale al 123% e in sei Istituti di pena della regione risulta superiore al 130%.
Desta particolare preoccupazione la situazione negli istituti di Latina, Civitavecchia e Regina Coeli. In quest’ultimo istituto si è anche registrata una notevole impennata delle persone contagiate da Covid-19 nelle ultime settimane dell’anno.
Come più volte ribadito si ritiene quanto mai necessario che vengano adottate tutte le possibili misure per consentire a chi ne ha i requisiti di scontare la pena detentiva al di fuori delle mura carcerarie, in considerazione anche sia del numero significativo di persone che devono scontare pene inferiori ai due anni sia della notevole percentuale di detenuti in attesa di primo giudizio, del 17,4% del totale dei detenuti presenti in regione, che risulta da due anni costantemente superiore a quella che si riscontra a livello nazionale.