Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personale, Stefano Anastasìa, è intervenuto al convegno “Il volto costituzionale della pena tra mito e realtà” che si è svolto nella facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata mercoledì 20 marzo. Al convegno, organizzato dall’associazione studentesca “Fare rete”, aderente alla rete nazionale “Primavera degli studenti”, oltre al Garante, hanno partecipato il consigliere regionale Claudio Marotta (Verdi e sinistra), l’ex consigliere regionale Alessandro Capriccioli, il magistrato di sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi, Cristina Gobbi, cultrice della materia dell’Università Tor Vergata, e Marta Mengozzi, professoressa associata dell’ateneo. A condurre i lavori Cecilia Frezza, studentessa di Giurisprudenza e attivista dell’associazione “Fare rete”.
Il consigliere regionale Marotta ha raccontato la propria esperienza nell’affrontare le problematiche relative alla detenzione negli istituti penitenziari del Lazio e la sua visita nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria che, a suo avviso, dovrebbe essere chiuso. A tale proposito, Marotta ha ricordato la mozione approvata dal Consiglio regionale del Lazio, con la quale si impegna la Giunta al rinnovo del protocollo d’intesa con la Prefettura, per la riattivazione dello sportello del Garante dei detenuti all’interno del Cpr di Ponte Galeria.
L’intervento di Stefano Anastasìa si è incentrato sulla situazione delle carceri e il ruolo dei Garanti territoriali. Anastasìa ha condiviso la sua esperienza per monitorare le condizioni delle persone detenute e ha criticato la tendenza a utilizzare il diritto penale come unico strumento per risolvere le problematiche sociali, sottolineando che il sovraffollamento è causato dall’eccessivo ricorso alla carcerazione, anche per pene brevi. La carenza di personale nelle strutture detentive è uno dei problemi critici. Per il Garante del Lazio è necessario intervenire anche nella sanità penitenziaria. Anastasìa ha anche parlato del ruolo dei Garanti territoriali nel monitorare le condizioni delle persone detenute e nel promuovere politiche di reinserimento sociale.
L’ex consigliere regionale Capriccioli ha raccontato la propria esperienza di oltre 60 ispezioni nel corso dei cinque anni del proprio mandato, anche lui giungendo all’amara constatazione che il tentativo di sostegno al reinserimento e alla risocializzazione della persona detenuta troppo spesso neppure viene fatto.
Il diritto agli incontri intimi con il proprio partner
Fabio Gianfilippi è il Magistrato di sorveglianza che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale su una norma dell’Ordinamento penitenziario che di fatto impedisce alle persone detenute di avere incontri intimi con il proprio partner. Con la sentenza n. 10 del 2024, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 della legge sull’ordinamento penitenziario, nella parte in cui non prevede che la persona detenuta possa essere ammessa a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia, quando, tenuto conto del suo comportamento in carcere, non ostino ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina, né, riguardo all’imputato, ragioni giudiziarie.
In attesa che intervenga il legislatore, ha spiegato Gianfilippi, l’amministrazione penitenziaria e la magistratura di sorveglianza dovranno adoperarsi, affinché tali incontri siano possibili.