Il carcere di Viterbo da ieri è intitolato alla memoria di Nicandro Izzo, appuntato del Corpo degli Agenti di custodia assassinato dalla camorra il 31 gennaio 1983. Alla cerimonia è intervenuto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.
Accolti dalla direttrice dell’istituto Anna Maria Dello Preite, erano presenti la vice capo del Dap, Lina Di Domenico, il provveditore regionale per il Lazio, Abruzzo e Molise Maurizio Veneziano, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Emanuele Cangemi, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e rappresentanti delle autorità locali. Alla moglie dell’appuntato Izzo, Maria, e ai figli Orsola e Antonio è stata consegnata la pergamena con il decreto di intitolazione. La cerimonia si è conclusa con la scopertura e la benedizione della targa sul cancello di ingresso dell’istituto penitenziario.
Nicandro Izzo, 39 anni, originario della provincia di Caserta, prestava servizio alla Casa circondariale di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia”. Le numerose minacce di morte che aveva ricevuto ad opera della camorra, avevano determinato il trasferimento presso il carcere romano “Regina Coeli”. Munito di foglio di viaggio, la mattina del 31 gennaio 1983 usciva per l’ultima volta dal carcere napoletano per recarsi a casa e da lì raggiungere la nuova sede di servizio. Ma percorsi pochi metri, nell’affollato Corso Malta, rimase vittima di un agguato a opera di due killer che, a bordo di un ciclomotore e armati di una pistola con il silenziatore, lo colpirono mortalmente alla testa. Le indagini stabilirono la matrice di stampo camorristico dell’omicidio. L’appuntato Izzo è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” dal ministero dell’Interno.