Valentina Calderone, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, martedì 16 luglio ha presentato nell’Aula Giulio Cesare la prima relazione annuale del suo mandato, relativa all’anno 2023. Molti i temi trattati: dal sovraffollamento, in crescita constante negli ultimi mesi, che nella nostra città raggiunge picchi del 180% nell’istituto di Regina Coeli, ai suicidi, sette negli ultimi 18 mesi e tutti nel carcere trasteverino. Il sovraffollamento non riguarda solo gli spazi di vita e la sofferenza delle persone detenute.
“Vivere in un carcere sovraffollato – ha dichiarato Calderone – significa che il personale dell’area giuridico pedagogica ha in carico troppe persone e non riesce a svolgere un effettivo lavoro di costruzione dei percorsi individuali, significa anche che gli operatori della polizia penitenziaria non riescono a garantire la sorveglianza per le varie attività, e sono spesso sottoposti a orari massacranti per coprire i turni di servizio”.
Ad aggravare questa situazione ci sono le condizioni strutturali, spesso fatiscenti, che diventano intollerabili d’estate: stanze da due che ospitano cinque persone, infiltrazioni di acqua e muffa alle pareti, lavandini che perdono, acqua calda che non funziona, aule scolastiche e di socialità che vengono utilizzate come stanze di pernotto. Tutto questo ha come conseguenza un clima particolarmente teso all’interno degli istituti, come i recenti fatti di Regina Coeli e di Casal del Marmo testimoniano.
“Per la prima volta dopo anni – ha proseguito Calderone-, assistiamo a un incremento dei numeri anche all’interno degli istituti penali per minorenni, se a Casal del Marmo nel gennaio 2023 erano presenti 42 tra ragazzi e ragazze, a distanza di un anno le presenze sono salite quasi a 70 persone”.
La relazione annuale della Garante si concentra su alcuni temi di grande attualità che richiedono un’attenzione e un impegno da parte di tutte le istituzioni, come le condizioni di vita all’interno del Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria, dove a febbraio si è tolto la vita Ousmane Sylla, o la sentenza di gennaio della Corte costituzionale sull’affettività e i colloqui riservati delle persone detenute con i propri partner.
“Sono necessari interventi urgenti – ha detto Calderone – per riportare le carceri in una condizione di legalità e garantire il rispetto dei diritti di chi in quei luoghi abita”. Se il numero dei suicidi, 57 da inizio anno, il sovraffollamento e le condizioni strutturali sono temi che vanno affrontati a livello nazionale, molto possono fare gli enti locali per intervenire e costruire politiche di inclusione della popolazione detenuta nel loro territorio.
“L’impegno di Roma Capitale in questi mesi è stato importante – ha ricordato Calderone – molte le iniziative realizzate nel segno di considerare le persone detenute come parte integrante della nostra città, cittadini e cittadine di cui non dobbiamo e non possiamo dimenticarci”.
Nella relazione vengono citati i protocolli sottoscritti e i progetti avviati: “l’obiettivo è quello di rafforzare ancora di più i servizi esistenti, crearne di nuovi e mettere in rete tutte le esperienze fondamentali dentro e fuori il carcere – ha concluso Calderone – che portano sostegno e contribuiscono a creare quei percorsi che costituiscono l’unico vero fine ultimo di ogni sanzione penale”.