“Il sistema penitenziario va ridisegnato, ridando a ogni istituto la sua fisionomia trattamentale. Occorre consolidare la sperimentazione dei video colloqui che deve diventare una modalità ordinaria ed è necessario adeguare alle norme dell’Ordinamento penitenziario le strutture, sulle quali dovrà essere effettuata la vigilanza da parte delle Asl, così come prevede la legge”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, ascoltato oggi dalla Commissione consiliare speciale sull’emergenza Covid-19, presieduta da Paolo Ciani (Centro solidale Demos), in un’audizione sull’impatto della pandemia sugli Istituti penitenziari del Lazio e sulle Rems. “Occorre garantire una maggiore integrazione sociosanitaria – ha proseguito Anastasìa –, così come era stato suggerito in occasione dell’approntamento del Piano regolatore sociale della Regione. Inoltre, bisogna cogliere l’opportunità degli investimenti del Pnrr, affinché la telemedicina entri in tutti gli istituti, come alcune Asl hanno già iniziato a progettare”.Oltre al Garante Anastasìa sono stati ascoltati anche Antonella Tarantino, funzionaria preposta alla Sanità penitenziaria e alle Rems della Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria e Fabio Vanni, direttore dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria (Prap) di Lazio, Abruzzo, Molise.
Antonella Tarantino ha sottolineato il grande lavoro svolto dai responsabili delle otto Asl a cui fanno riferimento istituti 14 penitenziari del Lazio, la collaborazione continua con le altre istituzioni, la gestione della campagna vaccinale, e il monitoraggio settimanale svolto dalla Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria sulla diffusione del virus nelle carceri, i cui dati sono pubblicati puntualmente nel sito garantedetenutilazio.it
Il direttore dell’ufficio detenuti e trattamento del Prap di Lazio, Abruzzo e Molise, Fabio Vanni, ricordato le difficoltà logistiche, sorte nel corso della pandemia dalla necessità di sottoporre a isolamento sanitario tutti i nuovi arrivati che ha portato a una rivoluzione nella gestione delle carceri. Spesso è stato necessario indirizzare i detenuti a istituti diversi da quelli deputati per territorio, anche al di fuori della regione. Il blocco dei colloqui ha però aperto la strada alla possibilità di usare collegamenti telematici. L’amministrazione penitenziaria ha così acquistato centinaia di smartphone, mentre il videocolloquio dovrà essere usato anche al di fuori della pandemia, in un’ottica di umanizzazione delle carceri, perché rappresenta una possibilità importante per entrare in contatto con i propri familiari, soprattutto per gli stranieri, e di vedere scorci di casa e di vita familiare, attraverso la videocamera.
Per Anastasìa, il Covid ha stravolto il sistema penitenziario: “a Regina Coeli, per fare un esempio, benché sia una casa circondariale, ci sono 400 detenuti con sentenza definitiva e non solo – come sarebbe previsto – quelli in attesa della convalida dell’arresto o del processo. Bisogna tornare ad usare le strutture più adeguate. Restano problemi strutturali, che la pandemia ha messo ancora più in evidenza: ogni stanza dovrebbe avere la sua doccia, non è così. Serve maggior coordinamento fra le strutture penitenziarie i servizi sociali territoriali. Bisogna usare i fondi del Pnrr per usare la telemedicina, uno strumento importantissimo per garantire la salute dei detenuti”.
Nel corso dell’audizione sono intervenute le consigliere Chiara Colosimo (FdI) e Bonafoni che hanno posto una serie di domande, in particolare sui supporti psicologici adottati nel periodo di isolamento sanitario, e sulla ripresa delle attività delle associazioni di volontariato. Anastasìa, Tarantino e Vanni si sono soffermati sul tema della tutela della salute mentale. A conclusione dei lavori, il presidente Ciani ha ricordato la mozione approvata dal Consiglio regionale nel novembre 2020, presentata dalla consigliera Bonafoni e dal consigliere Alessandro Capriccioli (Radicali Più Europa), volta a favorire le iniziative per favorire l’attuazione delle misure straordinarie in materia di esecuzione penitenziaria connesse all’attuale fase di emergenza sanitaria.
Lo scopo di questa audizione è quello di “rompere l’isolamento delle carceri”, ha detto Ciani il quale ha voluto anche ringraziare tutto il personale, sia sanitario che dell’amministrazione penitenziaria che “in questi due anni ha lavorato in condizioni ancora più difficili”.