Malattie croniche, salute mentale e carcere: il nuovo rapporto Oms

Le malattie non trasmissibili e la necessità di renderle tema prioritario su cui investire
La popolazione detenuta della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è composta da oltre un milione e mezzo di persone e la loro salute è più vulnerabile di quella della popolazione generale. E’ quanto si legge sul sito della Conferenza della salute mentale, a proposito del nuovo rapporto dell’Oms, “Addressing the Ncd burden in prisons in the Who European Region: interventions and policy options”, pubblicato a maggio 2022, che fornisce una panoramica sulle disuguaglianze di salute della popolazione che vive nelle carceri della Regione europea dell’Oms.

Il report fornisce anche una nuova visione sui fattori di rischio delle malattie croniche affiancando a fumo, alcol, sedentarietà e alimentazione scorretta anche i rischi ambientali ed effetti di un accesso limitato all’assistenza sanitaria. Ecco il comunicato dell’Oms:

Il rapporto dell’Oms evidenzia un nuovo approccio per ridurre i rischi di malattie non trasmissibili nelle carceri

Le malattie non trasmissibili nelle carceri: necessità di renderle tema prioritario e di investire

Più di 1,5 milioni di persone sono detenute in tutta la Regione e la loro salute è più fragile di quella delle persone nelle comunità esterne.

“Le malattie non trasmissibili causano il 71% dei decessi a livello globale e rappresentano una sfida per i sistemi sanitari. Tuttavia, le malattie non trasmissibili sono scarsamente riconosciute come un importante problema sanitario nelle carceri, dove l’obiettivo principale è stato tradizionalmente la prevenzione delle malattie infettive e degli infortuni”, ha affermato il dott. Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’OMS per l’Europa.

“Il sottoinvestimento nelle malattie non trasmissibili testimoniato nella società in generale è amplificato nelle strutture carcerarie, dove le malattie non trasmissibili non sono ancora considerate una priorità”.

A livello globale, si stima che circa 30 milioni di persone, la maggior parte delle quali soffre di molteplici svantaggi, si muovano ogni anno tra carceri e comunità. Per alcune persone della Regione il carcere è un luogo dove per la prima volta nella loro vita si accede ai servizi sanitari.

Secondo la nuova pubblicazione dell’OMS, le politiche sulle malattie non trasmissibili nelle carceri dovrebbero concentrarsi su più fattori sanitari rispetto a prima, allinearsi con gli approcci raccomandati dall’OMS e tenere conto delle specificità dell’ambiente carcerario sia nella progettazione che nell’attuazione di interventi e politiche.

Malattie cardiovascolari e respiratorie, tumori e salute mentale nei centri di detenzione: fatti chiave

Il rapporto dell’OMS riassume i dati di una recente ricerca sulle disuguaglianze NCD che devono affrontare le persone che vivono nelle carceri.

La prevalenza di malattie cardiovascolari negli individui di età superiore ai 50 anni che vivono nelle carceri in Europa è oltre 3 volte superiore a quella della popolazione generale.

Si dice che le probabilità di avere una condizione respiratoria, inclusa l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, siano 3-6 volte superiori tra gli individui nelle carceri rispetto alle comunità esterne.

Rispetto alla popolazione generale, le persone nelle carceri hanno tassi di malattie psicotiche e depressione maggiore che sono 2-4 volte più alti e tassi di disturbo antisociale di personalità che sono 10 volte più alti.

I dati provenienti dal Canada e dagli Stati Uniti d’America mostrano che alle persone nelle carceri viene diagnosticato un cancro cervicale a tassi 4-5 volte superiori e corrono un rischio di morte per cancro che è 1,4-1,6 volte superiore rispetto alle persone nelle comunità esterne.

Le malattie non trasmissibili esistenti mettono gli individui infetti da SARS-CoV-2 a rischio maggiore di COVID-19 grave o morte.

Nuovo approccio per ridurre i rischi di malattie non trasmissibili nelle carceri

Per diversi decenni, l’OMS si è concentrata sui 4 fattori di rischio NCD più significativi nei luoghi di detenzione: consumo di tabacco e alcol, bassi livelli di attività fisica e diete squilibrate. Ma questo rapporto dell’OMS condivide una visione rinnovata che include l’inquinamento ambientale e i fattori sanitari sistemici come cause di preoccupazione.

“Nelle carceri, molti fattori di rischio di malattie non trasmissibili si sovrappongono e hanno un effetto negativo cumulativo sulla salute”, ha spiegato la dott.ssa Carina Ferreira-Borges, responsabile del programma di alcol, droghe illecite e salute carceraria presso l’OMS/Europa. “Ad esempio, si stima che i rischi ambientali siano responsabili di quasi un quarto dei decessi e l’accesso limitato all’assistenza sanitaria può lasciare molte condizioni sottostanti, come ipertensione e diabete, incontrollate”.

Il rapporto dell’OMS sottolinea la necessità di dati più completi che le strutture di detenzione possano raccogliere e condividere tra loro per migliorare le politiche. Per sviluppare le capacità correlate tra il personale sanitario carcerario, l’Ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili ha annunciato un corso di formazione speciale chiamato “Innovazione nella politica e nell’azione delle malattie non trasmissibili: un corso per gli operatori sanitari carcerari”. L’OMS invita tutti gli Stati membri a partecipare.

Qui il rapporto completo.


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